Conclusa la prima fase del restauro del Colosso finanziato dal gruppo Tod’s con 25 milioni di euro. La prima fase dei lavori giunta a compimento ha riguardato il prospetto settentrionale e quello meridionale del Colosseo, pari a circa 13.300 mq di superficie, e la sostituzione del sistema di chiusura dei fornici con la realizzazione di nuove cancellate. In particolare sono stati 10.150 i mq di superfici in travertino restaurate, 1.700 i kg di grassello di calce e inerti di vario colore e granulometria utilizzati per le stuccature, 13.000 circa le foto scattate per documentare il restauro del Colosseo, 1.200 i mq di cancellate, telai e parapetti in ferro installati, 81.895 gli elementi censiti nel prospetto nord e sud (III ordine).
La mappatura e pulitura delle superfici
Il restauro fin qui eseguito ha previsto la mappatura e la pulitura delle superfici con acqua nebulizzata (l’azione alternata della nebbia d’acqua e della spazzolatura con spazzole di saggina asporta progressivamente i depositi di sporco e rivela il quadro fessurativo del monumento, salvaguardando la patina del tempo), consolidamento e riadesione del travertino, stuccatura di cavità e lesioni con la pozzolana nera, l’asportazione di stuccature non più idonee, l’installazione di nuove cancellate in
ferro battuto sui fornici.
Censimento di futuri studi e restauri
La mappatura ha portato ad un censimento unico a beneficio di futuri studi e restauri. La
restituzione aggiornata del rilievo del monumento ha permesso di trasferire tutte le informazioni, raccolte nella documentazione di cantiere, in formato digitale sviluppando 4 mappature distine: stato di conservazione, elementi costitutivi, interventi conservativi, tecnica di esecuzione.
Diversi i ritrovamenti effettuati durante i lavori.
Tra questi un bassorilievo di circa 60 cm di altezza che svela un gladiatore (opera è presumibilmente riconducibile alla costruzione originaria di età flavia); dei bassorilievi degli ultimi anni del 1300 raffiguranti il Cristo sull’altare con ai lati i due candelabri ardenti appartenuti alla Confraternita del Santissimo Salvatore ad Sancta Sanctorum; delle rosette – , parte integrante della decorazione architettonica, ognuna diversa dall’altra – che si alternano ai dentelli sul prospetto nord del Colosseo, lungo la cornice inferiore dell’attico; tracce di tre targhe dipinte nel 1386 trovate sulla chiave di volta e sui due blocchi adiacenti dell’arco 65 (il restauro ha svelato i colori di un affresco del cristo sull’altare tra due candelabri ardenti, appartenuti alla Confraternita del Santissimo Salvatore ad Sancta Sanctorum, e lo stemma del Senato romano); il ritrovamento di numerosi chiodi in ferro la cui posizione e forma sono riconducibili alle operazioni di rilievo architettonico effettuate nell’Ottocento.
La seconda fase del restauro
Gli interventi continueranno con il restauro degli ambulacri, dei sotterranei del Colosseo, la messa a norma e l’implementazione degli impianti e la realizzazione di un centro servizi che consenta di portare all’esterno le attività di supporto alla visita che sono attualmente all’interno del monumento.