fino a 6°C nello scenario peggiore, ovvero, proseguendo sul trend attuale delle emissioni di gas serra, aumento dei periodi aridi in regioni quali Calabria, Toscana, Veneto.
Questo, in sintesi lo scenario che segnala il Wwf e tracciato dal gruppo di lavoro coordinato da Paola Mercogliano del Centro Euromediterraneo per i Cambiamenti climatici (CMCC) con un dettaglio ad alta risoluzione ottenuto dai modelli tra i più evoluti, affidabili sotto i 10 km.) delle caratteristiche del clima.
Gli scenari sono stati lanciati a una settimana dall’Ora della Terra/Earth Hour che sabato 19 marzo il Wwf organizzerà in tutto il mondo contro il cambiamento climatico invitando cittadini, aziende, istituzioni ad agire concretamente ‘insieme per il cambiamento’: previsti spegnimenti simbolici delle luci per un’ora, dalle ore 20.30 alle 21.30 dal Pacifico alle coste atlantiche ed eventi, tra cui cene ‘amiche del clima’ in tutta Italia. Secondo gli scenari elaborati dagli scienziati, i futuri 50-60-70enni nati oggi dovranno fare i
conti con un’Italia, e stavolta la conoscenza scientifica lo ha certificato, in cui non ci saranno più le ‘mezze stagioni’.:
L’impatto più evidente nelle areee agricole
I nostri futuri connazionali, avverte lo studio di Wwf e Cmcc, saranno costretti a usare ombrelli e stivali tenendo in borsa sempre cappelli da sole e ventagli per la calura in arrivo, e viceversa. Ma il problema non si limita ovviamente all’abbigliamento o alle abitudini di vita: l’impatto più evidente è quello sulle aree
agricole e quindi sul cibo, ma anche sulla produzione di energia idroelettrica e industriale.
E’ previsto, infatti, un aumento di periodi aridi, caratterizzati cioè da giornate consecutive senza precipitazioni particolarmente significative, in regioni quali la Toscana, Calabria, Sardegna, Veneto e arco alpino. Tali periodi potrebbero aumentare anche fino al 30%, secondo lo scenario “medio” (lieve aumento delle emissioni) in Toscana, giungendo fino all’80% per lo scenario peggiore, sempre in Toscana.
Nello scenario più pessimistico, che vede nel 2100 i gas climalteranti di 4-5 volte più alti dell’era preindustriale, i modelli indicano un aumento delle temperature fino a 8 gradi, mentre le precipitazioni
diminuiranno del 20-30%. Con uno scenario meno pessimistico gli esperti prevedono per il nostro paese una diminuzione delle precipitazioni soprattutto al nord. (segue)
Nella zona di Pontelagoscuro le settimane di magra saranno 4 volte quelle attuali. Altra conseguenza temuta e sempre più probabile sarà l’inversione marina, con l’ingresso del cuneo salino lungo il fiume a causa della diminuzione della portata d’acqua dolce, con danni per agricoltura e industria. Quindi in sostanza per il Po si prospettano oltre i due mesi di magra in estate, quando evaporazione e traspirazione mettono a dura prova le coltivazione e l’afa provoca evidenti difficoltà per l’industria zootecnica.
Nell’ultimo trentennio del XXI secolo (2071-2100), rileva ancora lo studio, nei mesi estivi le regioni settentrionali della nostra penisola potrebbero mediamente registrare incrementi addirittura maggiori di 6°C. Le precipitazioni invernali al nord e in particolare in Liguria, secondo lo scenario “medio” aumenteranno, andando oltre i 4-5 millimetri al giorno nello scenario più pessimista (con maggiori emissioni di gas serra), accentuandone così la stagionalità.
In Italia con attuali emissioni +6° in 50-70 anni
Terra (i dati scientificamente attendibili esistono a partire dal 1880). Superati tutti i record precedenti, sia quello del 2005 che del 2010 e del 2014. Tendenza confermata nel gennaio 2016, di ben 1,3°C superiore alla media tra il 1959 e il 1980 (fonte GISS Nasa). “Il cambiamento climatico è una delle minacce più devastanti per gli ecosistemi, la biodiversità, la straordinaria ricchezza della vita sulla Terra grazie alla quale deriviamo il nostro benessere e il nostro sviluppo e la vita di centinaia di milioni di persone sul pianeta” afferma il Wwf.