Il giornalista rimane una professione essenziale come mediatore di contenuti da veicolare ai lettore, sebbene stia attraversando una fase di evoluzione legata alla comparsa di nuovi strumenti tecnologici che permettono di diffondere contenuti con grande facilità, non è destinata a scomparire. E’ stato questo uno degli scenari emersi dall’incontro ‘Le grandi metafore che hanno cambiato l’industria’, organizzato dall’osservatorio ‘TuttiMedia’ a Milano.
Tra gli ospiti presenti all’evento, che è stato moderato dalla vicepresidente dell’Osservatorio ‘TuttiMedia’ Maria Pia Rossignaud, ci sono stati il vicesegretario della Fnsi Daniela Stigliano, e Paolo Ciuccarelli, direttore del corso di laurea in design della comunicazione al Politecnico di Milano. ”Per il lavoro del giornalista – ha affermato Stigliano – non è cambiata l’essenza, ma sono cambiati gli strumenti”. ”Con questa mole di informazioni che abbiamo a disposizione come cittadini – ha aggiunto il vicesegretario della Fnsi – il tema è chi li interpreta questi dati. Si parla tanto di citizen journalism. Io come cittadina posso trovarmi in un luogo in cui avviene qualcosa e sono una fonte di informazioni, di video, di foto, ma non sarò mai capace di sostituire l’interpretazione professionale di un giornalista”.
Altro elemento affrontato nel corso del dibattito è l’importanza di prendere in considerazione il target nel momento in cui si veicolano dei contenuti soprattutto in un contesto attuale caratterizzato dalla pervasività del web 2.0 che vede i lettori non più relegati al ruolo di semplici fruitori di contenuti. ”Cercare nuovi equilibri attraverso il confronto – ha affermato Rossignaud – è una priorità che deve essere condivisa da tutti i segmenti del mondo dell’informazione”.