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Caso Moro, L’Olp nella trattativa. Nuovi documenti dalla Commissione parlamentare

I documenti ora nella disponibilita’ della Commissione Moro dimostrano che l’attivazione dei Palestinesi durante il sequestro fu continuativa: i contatti non erano finalizzati solo ad acquisire informazioni ma alla realizzazione di una trattativa e furono serrati fino all’inizio di maggio, quando le speranze di salvare Moro divennero molto forti.

Lo rivela la relazione annuale della Commissione Moro. Un documento del 18 marzo 78 riporta la comunicazione del colonnello Stefano Giovannone, responsabile Sismi a Beirut, (e che e’ del giorno prima) il quale riferisce che “George Habbash, contattato stanotte da Arafat… sin dalle prime ore di
stamattina ha attivato i suoi elementi in Europa Occidentale per avere notizie [sul rapimento]”.
Il coinvolgimento dei gruppi palestinesi fu a trecento sessanta gradi: un documento del Responsabile della Sicurezza dell’OLP, Abu Hol, presumibilmente redatto tra il 17 e il 18 marzo, assicura che Arafat avrebbe avvertito i responsabili: “l’intera resistenza palestinese esige immediato rilascio nota persona e considera atto di ostilita’ una inadempienza che comportera’ la sospensione di qualsiasi appoggio et contatto confronti gruppi responsabili”.
Personalmente Yasser Arafat sviluppo’ la ricerca di un contatto qualificato, soprattutto tramite esponenti della Raf tedesca, per giungere a dialogare con le Br.

La commissione ha rintracciato i documenti datati 24, 25 e 28 aprile dai quali emergono forti aspettative su un esito positivo del sequestro. E’ in questo periodo, in effetti, che il colonnello Giovannone rientra a Roma: anche se non esiste un “tracciamento” dei suoi spostamenti, esiste pero’ l’intercettazione di una conversazione del 13 aprile 1978 nella quale il colonnello dice a Nicola Rana di trovarsi a Roma e di essere a sua completa disposizione.
C’e’ dunque un riscontro oggettivo per sostenere che in quei giorni il livello degli incontri era estremamente promettente: una annotazione del 28 aprile indica che i palestinesi avevano proposto al governo italiano di far rientrare “l’operazione per la liberazione di Moro” dentro un quadro rinnovato di cooperazione che andava anche al di la’ della vicenda Moro: tanto che Nemer Hammad, il rappresentate dell’OLP a Roma, aveva chiesto un incontro con il ministro Cossiga (appunto del 28 aprile ’78) “per rappresentare la disponibilita’ e l’interesse della dirigenza OLP a una forma di collaborazione permanente tra i servizi di sicurezza palestinesi e quelli italiani”.
Dall’inizio di maggio la trattativa si interrompe bruscamente, poi si inabissa fino alla tragica conclusione del sequestro. Una delle ipotesi della Commissione e’ che il fallimento della trattativa sia stato il frutto dello scontro interno alle Br tra l’ala legata a Potere operaio, a sua volta molto vicina alla Resistenza palestinese, e quella morettiana che deteneva l’ostaggio. All’indomani della conclusione tragica del sequestro forse Moretti cerco’ di ristabilire un contatto con l’OLP offrendo informazioni di loro interesse: un messaggio di Giovannone da Beirut riferiva il 22 giugno che “le Brigate rosse italiane avrebbero fatto pervenire in questi giorni personalmente a George Habbash, leader del Fplp, copia di dichiarazioni rese da Onorevole Moro nel corso interrogatori subiti”.
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