Il saggio sulle “Battaglie di Cassino, l’inutile disfatta sul Fiume Rapido del gennaio 1944”, è tratto dalla relazione “Gennaio 1944, il fronte sulla Linea Gustav”, presentata dall’autore il 16 gennaio 2025 al Convegno di Studi “Operazione Shingle. Lo sbarco di Anzio e Nettuno, 22 gennaio 1944” a Palazzo San Macuto della Camera dei Deputati di Roma, promosso dalla Fondazione Levi-Pelloni e organizzato dall’Associazione Terza Divisione di Fanteria Usa, sezione Italia.
Gli Alleati arrivaronono sul fronte di Cassino nel gennaio del 1944 con le truppe logore, i soldati erano stanchi,
Dietro le loro spalle avevano lasciano tanti cadaveri, sul Monte Camino, La Difensa, Monte Lungo, San Pietro.
La V Armata aveva combattuto ininterrottamente per quattro mesi senza sosta in un territorio che favoriva i difensori e contro il rigore del tempo. Un autunno-inverno rigido, piovoso che aveva debilitato i soldati costretti ad aumentare lo sforzo contro un nemico organizzato che sfruttava ogni opportunitá dell’aspro territorio della Linea Reinhard.
Questo periodo, molto sottovalutato dalla storiografia, fu molto importante perché consentì ai tedeschi di costruire il sistema difensivo a Cassino, di organizzare la poderosa Linea Gustav.
Nel periodo che va dalla seconda metà di novembre fino alla prima metà di gennaio 1944 le zone intorno a Cassino diventarono grandi cantieri di guerra dove si costruirono e mettevano in piedi le grandi opere difensive che serviranno per bloccare le Forze Alleate sulla Linea Gustav.
La città veniva allagata per impedire il passaggio dei mezzi corazzati, mentre migliaia di mine venivano poste su tutti i punti cruciali. Dappertutto sorgevano postazioni di mitragliatrici. Il Monte Cairo e tutte le colline sottostanti diventavano punti di osservazione e venivano controllati tutti gli accessi alla valle del Liri.
Dunque, dopo mesi di sofferenza gli Alleati si trovavano dinnanzi all’ostacolo più forte: la poderosa Linea Gustav, protetta alle spalle da un’altra linea di difesa, la Linea Hitler che poi cambierà nome in sbarramento Senger.
La situazione a Natale del 1943 era questa e alcuni punti sulla Linea Gustav non erano ancora stati conquistati come Monte Trocchio, che verrà preso il 12 gennaio e alcune posizioni sul lato destro dello schieramento a nord di Cassino.
Questa stallo e questa lentezza irritava i comandi militari e i leader politici in particolare il premier britannico Wiston Churchill. L’obiettivo era la presa di Roma. Proprio in questo periodo Churchill insisteva su un piano di sbarco sulle spiagge a sud di Roma che era stato studiato più volte. Agli inizi di gennaio del 1944, dopo una serie di incontri a Marrakesh, si decise di programmare uno sbarco ad Anzio il 22 gennaio.
Questa decisione rese urgente un assalto della Quinta Armata su tutta la Linea Gustav. Le sei divisioni in tre corpi d’armata furono impiegate nell’assalto alla linea Gustav nonostante le perdite della campagna d’inverno. Il corpo di spedizione francese avrebbe attaccato sul lato destro della linea Gustav, il X corpo d’armata britannico sul lato sinistro, alla foce del Garigliano, mentre al centro la 36esima divisione Texas doveva attraversare il fiume Gari, che gli alleati chiamavano Rapido.
Questo piano era stato progettato congiuntamente allo sbarco di Anzio per indebolire le linee difensive e sfondare la Linea Gustav.
I comandati di divisione e del corpo d’armata iniziarono a nutrire tanti dubbi su questo piano, Freddy Walker comandante della 36 scrisse nel suo diario: “Potremmo avere la meglio, ma non vedo come. La missione assegnata è ristretta nei tempi. L’attraversamento è dominato dai rilievi si entrambi i lati della valle dove gli osservatori dell’artiglieria tedesca sono pronti a dirigere pesanti concentramenti di artiglieria sui nostri uomini. Il fiume è il più importante ostacolo della principale linea di difesa tedesca. Non conosco un singolo caso nella storia militare dove un tentativo di attraversare un fiume che è incorporato nella principale linea di difesa abbia avuto esito favorevole. Perciò sono preparato alla sconfitta”
Anche il comandante del VI corpo Goeffred Keyes era contrario.
Keyes presentò un altro piano: Big Cassino, con attacco congiunto dalla costa tirrenica tra le Divisioni americane e inglese con l’obiettivo di conquistare le vette dei monti aurunci e sbucare nella Valle del Liri. Ma fu bocciato perché ritenuto inadatto alle truppe britanniche. Keyes propose di attaccare dopo lo sbarco di Anzio, anche più logico l’attacco su due direttrici e la forza minore che si muove per attirare l’attenzione, quindi prima Anzio e poi Cassino. Invece si decise il contrario
Lo stesso comandante avvertì che l’attacco sul Garigliano era stato progettato con pochi battaglioni e non avrebbe dato il giusto contributo. Ma il comandante della V Armata, Mark Clark decise di confermare questo piano, perché lo sbarco di Anzio era imminente e avevano tutti la convinzione che i nemici si ritirassero. Chiaramente non fu così.
La prima battaglia di Cassino non fu un’offensiva studiata contro la Linea Gustav, ma una frettolosa mossa in atto senza preparazione adeguata.
Il 12 gennaio 1944 il corpo di spedizione francese attaccò sul lato destro, il 17 gli inglesi attaccarono alla foce del Garigliano ma furono respinti e non riuscirono a conquistare le alture verso la Valle del Liri. La sera del 20 gennaio iniziò l’attacco a sud di Cassino.
L’attacco sul Rapido (Gari) fu un disastro. Le ragioni erano state anticipate dagli stessi comandanti. Il fiume era stretto ma profondo tre metri, le rive andavano a strapiombo in alcuni punti, i soldati alleati dovevano attraversare terreni allagati e pieni di mine, i genieri avevano tracciato dei percorsi precisi. Tutto questo in piena notte con barche leggere che buttate in acqua non riuscivano a reggere la corrente. In tutto questo la mattina comparve la nebbia e aggravò la situazione. Questa battaglia fu definita un’inutile disfatta.
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