La tigre della Tasmania era destinata all’estinzione anche prima che gli esseri umani cominciassero a dare la caccia all’enigmatico marsupiale.
L’hanno detto gli scienziati che ne hanno sequenziato il Dna, dimostrando che l’animale aveva un patrimonio genetico povero ed è stato rischio per migliaia di anni prima dell’estinzione.
Gli scienziati sono riusciti a fare la mappatura genetica dell’animale usando il genoma di escrementi preservato più di un secolo fa in un contenitore.
La ricerca ha rivelato che la creatura ha iniziato a subire un declino nella sua diversità genetica oltre 70mila anni fa e questo l’ha reso meno capace di adattarsi ai cambiamenti ambientali, anche prima che gli aborigeni cominciassero ad abitare l’Oceania 65mila anni fa.
“La nostra speranza è che la tigre della Tasmania possa dirci molto sulle basi genetiche dell’estinzione e che questo aiuti le altre specie”, ha detto il biologo dell’Università di Melbourne Andrew Pask, co-autore dello studio pubblicato da Nature Ecology and Evolution.
Lo scienziato ha anche aggiunto che la ricerca potrebbe eventualmente aiutare gli scienziati a clonare l’animale e riportarlo in vita dall’estinzione. “Dal momento – ha aggiunto – che questo genoma è uno dei più completi per le specie estinte, è tecnicamente il primo passo per riportarlo in vita, ma c’è ancora molto da fare perché si realizzi questa possibilità”.