Al Qaeda nella Penisola Arabica sta
guadagnando terreno nello Yemen e può trarre beneficio da azioni militari come il raid delle forze speciali ordinato nei giorni scorsi dal presidente americano Donald Trump.
E’ quanto si legge in un rapporto dell’International Crisis Group (Icc), secondo cui “l’affiliata di al Qaeda nello Yemen è più forte che mai”.
“La prima azione militare dell’amministrazione Trump nello Yemen fa presagire male per le prospettive di un’efficace azione di
contrasto ad al Qaeda“, si legge nel rapporto diffuso dopo il raid di domenica scorsa, costato la vita a 14 combattenti, ma anche a un soldato americano, secondo il Pentagono, ma anche a
“molti civili, tra cui almeno 10 donne e bambini”, secondo l’Icc.
Fonti yemenite avevano riferito domenica scorsa di 41 combattenti
e 16 civili uccisi, mentre solo oggi il Pentagono ha riconosciutoche potrebbero esserci state “possibili” vittime civili.
Raid di questo tipo, secondo il think tank, potrebbero aumentare il timore, se non l’ostilità, verso gli Stati Uniti tra i civili, offrendo così terreno fertile al reclutamento dei jihadisti:
“L’uso dei soldati americani, un alto numero di vittime civili e il disprezzo delle dinamiche locali, politiche e tribali… fanno il gioco della retorica di al Qaida sul fatto di difendere i musulmani contro l’Occidente e potrebbe far aumentare il sentimento anti-americano e con questo il bacino di reclute per al Qaeda“.
Fonti locali hanno fatto sapere che tra i civili uccisi domenica.scorsa ci sarebbe anche la figlia di otto anni del leader di AlQaeda, e cittadino americano. Anwar al-Awlaqi, ucciso nello Yemen nel 2011 in un attacco di un drone Usa. In un comunicato l’affiliata di al Qaeda ha riferito di 30 persone uccise nel raid, “solo donne e bambini … con alcuni leader tribali che non hanno legami” con l’organizzazione.