Ottantuno vittime, passeggeri ed equipaggio del DC9 Itavia in volo da Bologna a Palermo precipitato nel mar Tirreno. Una tragedia al cui ricordo Rai Cultura dedica parte della programmazione di lunedi’ 27 giugno su Rai Storia.
In particolare, alle 19.30, e in replica alle 23.30, lo speciale “Ustica, 27 giugno 1980” propone una raccolta dei brani dei telegiornali di quel giorno e degli approfondimenti che la Rai ha dedicato nel corso degli anni alla ricerca della verita’ sull’accaduto.
A raccontare e gettare luce su questa strage, lo scrittore e giornalista Andrea Purgatori: “I primi cinque anni di questa storia sono stati anni di buio, un buco nero dentro il quale sono state inghiottite le carte e le
vite dei famigliari delle vittime. I magistrati hanno dovuto combattere per avere gli elementi che potessero spiegare quello che era accaduto, con una contraddizione pazzesca e cioe’ che gia’ poche ore dopo circolavano le voci che parlavano di un missile, che parlavano dell’abbattimento da parte di un caccia”.
La vicenda e’ ripercorsa anche da “Il giorno e la storia” – in onda alle 24.10, e in replica alle 08.30, alle 11.30, alle 14.00 e alle 20.30 – con la ricostruzione della probabile dinamica dei fatti: l’aereo si sarebbe trovato, del tutto casualmente, in un triangolo di cielo interessato da operazioni di guerra e sarebbe
stato raggiunto e colpito da un missile. Dopo venti anni di indagini, migliaia di cartelle di atti istruttori e quasi trecento udienze processuali, la verita’ sul caso Ustica non e’ ancora venuta pienamente alla luce.
Anche sul web, sui portali di Rai Cultura, verra’ commemorata la strage con l’intervista a Daria Bonfietti sul quaderno di poesia “Che cosa volete sapere?” “Che cosa volete sapere?” e’ l’ultimo dei Quaderni di poesia voluti dall’Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, di cui Daria Bonfietti e’ la Presidente.
Il libro raccoglie le poesie di Gregorio Scalise e le opere di Flavio Favelli: parole e immagini composte per la strage di Ustica, che fanno riflettere e scuotono con la loro forza, prima di tradursi in memoria.