Gli Stati Uniti pensano già a un
post Isis, quando i territori dell’Iraq e della Siria saranno liberati dal gruppo dello Stato islamico. E avvertono che ci
potrebbe essere “una diaspora di terroristi” che potrebbe portare attentati e violenza in altre regioni. “Tutti sappiamo che ci sarà una diaspora dei terroristi fuori dal Califfato visto che le
forze militari stanno schiacciandolo”, ha detto il direttore dell’Fbi, James Comey, parlando davanti alla commissione sulla Sicurezza interna della Camera.
Migliaia di jihadisti si espanderanno in tutto il mondo e “il nostro lavoro sarà quello di trovarli e di fermarli prima che
arrivino negli Stati Uniti e facciano del male a persone innocenti”, ha aggiunto Comey. Proprio la condizione disperata
del gruppo lo spingerà ad organizzare nuovi attacchi.
Il mese scorso il direttore della Cia, John Brennan, ha stimato che ci
sono ancora tra i 18.000 e i 22.000 combattenti dell’Isis in Siria e in Iraq. In quell’occasione anche Brennan aveva
sottolineato la possibilità che si intensificassero gli attacchi fuori dai confini dei due paesi.
Nella ultime settimane l’Isis ha ceduto vaste aree di territorio, soprattutto in Iraq, dopo la presa di Fallujah e del
centro di Qayyarah, a 60 chilometri di distanza da Mosul, la più importante città irachena del gruppo terroristico.
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