L’Election Day è arrivato e l’America è chiamata a scegliere il suo 45esimo presidente. E magari a fare di nuovo la storia. Se otto anni fa era stato eletto il primo presidente afroamericano della nazione, oggi per la prima volta a diventare Commander in chief potrebbe essere una donna: Hillary Clinton. E’ infatti la candidata democratica ad
essere in vantaggio, di circa tre-sei punti percentuali a seconda del sondaggio, sul rivale repubblicano Donald Trump.
Ed è lei, secondo il Washington Post, ad avere in tasca 275 grandi elettori ossia cinque in più del numero magico di cui ha bisogno perconquistare la Casa Bianca. Molto dipenderà dall’affluenza e da quanto i comizi finali dei due sfidanti siano riusciti a fare leva su un elettorato chiamato a decidere su due visioni
dell’America opposte. Una, quella di Clinton, che presuppone che la nazione sia già grandiosa e che si deve continuare sulla strada tracciata da Barack Obama; l’altra, quella di Trump, in cui bisogna rendere l’America di nuovo “great” smontando buona parte di quanto fatto dal presidente uscente.
Con l’intento di convincere gli afroamericani e i più giovani, ossia coloro che garantirono il successo di Obama nel 2008, Clinton ha trascorso tre delle quattro tappe di ieri tra Michigan
e Pennsylvania, due Stati in cui il voto anticipato è limitato e dove spingere l’elettorato a recarsi alle urne è particolarmente importante. Trump – che ha visitato cinque Stati alla vigilia
delle elezioni – ha fatto leva sul nocciolo duro di fan che stanno ciecamente dalla sua parte, facendosi allo stesso tempo
strada in Stati come il Michigan che sono storicamente democratici.
Per il suo ultimo comizio, Clinton ha scelto un luogo simbolico: Philadelphia. E un cast al completo: il marito Bill e la figlia Chelsea, ma soprattutto Michelle e Barack Obama. Nella città della Pennsylvania dove 240 anni fa è stata firmata la Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America, il compito di convincere gli elettori ad andare a votare per Clinton e segnare una nuova storica tappa è andato alla first family che
un capitolo dei libri di storia l’ha già conquistato. “Queste elezioni sono nelle vostre mani”, ha detto la first lady
avvertendo: “Se domani uscite e andate a votare, Hillary Clinton vincerà. Ma se state a casa o giocate con un voto di protesta, allora il suo rivale vincerà. Punto. Fine della storia”.
Michelle ha chiesto alla folla di votare per fermare “chi cerca di dividerci e di impaurirci”, per “dire che questo Paese è
sempre stato grandioso”. Un Paese in cui una persona come lei proveniente dal quartiere più pericoloso di Chicago, South Side, e il cui trisnonno era uno schiavo “può andare alle università
più prestigiose sulla Terra; un Paese dove il figlio “birazziale” di una madre single dalle Hawaii (Barack, ndr) e un figlio di una madre single da Hope, Arkansas (Bill Clinton, ndr) possono riuscire entrambi ad arrivare alla Casa Bianca; un Paese dove una giovane donna appassionata e schietta, determinata a fare tutto
il bene che può, può rompere ogni barriera di genere e diventare
il nostro presidente”. Per Michelle Obama “questo è il potere” che gli americani hanno; questa “è la storia che possono fare” con l’Election Day.
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