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Usa, 55 anni fa Kennedy vinceva le elezioni presidenziali

55 anni fa, l’8 novembre 1960, John Fitzgerald Kennedy vinse l’elezioni presidenziali negli Stati Uniti.

La campagna elettorale del 1960 per la presidenza degli Stati Uniti fu formidabile e rimane una delle competizioni più rilevanti molto, seguita dai media.

Le elezioni presidenziali del 1960 segnarono la fine dell’era politica del Repubblicano Dwight Eisenhower, il primo Comandante in Capo a dover sottostare al 22°emendamento, che stabiliva un massimo di due mandati per il Presidente USA.

Per la selezione del candidato Repubblicano  Eisenhower appoggiò incondizionatamente il suo vice, Richard Nixon.

Per le primarie nel partito democratico si presentarono Lyndon Johnson , Adlai Stevenson, Hubert Humphrey, Stuart Symington, Pat Brown, e il giovane senatore cattolico John Fitzgerald Kennedy.
Johnson, presidente del partito dal 1953, era il naturale favorito ed aveva alle spalle tutto l’establishment del DNC.

Nato a Brookline, Massachusetts, nel 1917, John Fitzgerald Kennedy,  veniva da una delle più ricche e note famiglie di Boston; suo padre, Joseph Patrick, era un importante uomo d’affari, legato al presidente Franklin D. Roosevelt, sotto la cui amministrazione era stato ambasciatore presso il Regno Unito (1938-40); quindi era stato tra i maggiori sostenitori del senatore repubblicano Joseph McCarthy negli anni Cinquanta.

 Laureato a Harvard, nel 1940 aveva pubblicato la tesi sulla politica britannica di appeasement verso la Germania nazista (Why England slept); durante la seconda guerra mondiale si era poi distinto come ufficiale di marina, nel Pacifico, dove era stato ferito e aveva meritato decorazioni; il fratello maggiore era morto in guerra.
 Deputato democratico eletto a Boston nel 1946, nel 1952 era stato nominato al Senato, dove fu anche in seguito confermato. Il suo prestigio era cresciuto costantemente consentendogli, nel 1956, di proporre la propria nomination alla candidatura di vicepresidente degli Stati Uniti.
Nelle elezioni primarie si contrappose a politici di lungo corso come Hubert Humphrey, Lyndon B. Johnson e Adlai Stevenson e vinse in Stati chiave come Wisconsin e West Virginia, giungendo favorito alla convention democratica del luglio 1960, che lo proclamò candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti. Tenne in quell’occasione (15 luglio) un famoso discorso che richiamava il tema della “nuova frontiera” che si apriva dinanzi al destino degli Stati Uniti.
Il New Freedom di Wodroow Wilson prometteva al nostro paese una nuova struttura economica e politica. Il New Deal di Franklin Roosevelt prometteva sicurezza e assistenza per i bisognosi. La nuova frontiera di cui parlo, invece, non è fatta di promesse ma di sfide. Essa non indica ciò che intendo offrire al popolo americano, ma quel che al popolo americano intendo chiedere. Fa appello all’orgoglio degli americani, non al loro portafoglio, offre la promessa di ulteriori sacrifici, non di maggior sicurezza.
E vi dico che la nuova frontiera è qui, lo si voglia o meno. Al di là di quella frontiera si estendono le aree inesplorate della scienza e dello spazio, i problemi irrisolti della pace e della guerra, gli ostacoli non dissolti dell’ignoranza e del pregiudizio, le domande senza risposte sulla povertà e sull’opulenza.

 

L’8 novembre 1960 Kennedy fu eletto alla Casa Bianca, con poche centinaia di migliaia di voti popolari di vantaggio su Nixon, ma con larga maggioranza dei voti elettorali. Prese possesso della carica il 20 gennaio 1961, 35° presidente statunitense, con Lyndon Johnson come vicepresidente.

Redazione

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