Mentre prosegue la caccia all’uomo in Turchia per assicurare alla giustizia l’attentatore del night club Reina di Istanbul, la polizia ha annunciato l’arresto di 12 persone sospettate di legami con il killer.
Le autorità hanno anche diffuso nuove immagini del presunto attentatore, senza fornire informazioni sulla sua identità o sul luogo in cui sono state girate apparentemente con un telefonino. La pista al momento più accreditata, e rilanciata dai media turchi, è quella di un giovane di origini asiatiche, probabilmente originario delal regione cinese dello Xinijang e appartenente alla minoranza degli Uiguri.
Il vice primo ministro turco, Numan Kurtulmus, citato dalla Bbc, ha spiegato che le autorità sono in possesso delle impronte digitali e di una descrizione di base dell’attentatore, ed ha promesso una “rapida” identificazione del sospetto accusato di avere ucciso 39 persone durante i festeggiamenti per il nuvoo anno.
L’attentato è stato rivendicato dai jihadisti del Gruppo dello Stato islamico. “Abbiamo informazioni sulle impronte digitali e sull’aspetto del terrorista. Il passo successivo sarà quello di cercare di identificarlo nel più breve tempo possibile. Speriamo non solo di trovare il terrorista, ma anche le sue connessioni e quelle persone che gli hanno garantito sostengono all’interno e all’esterno del club” Reina, ha detto il vice primo ministro.
Il vice premier Kurtulmus ha confermato
otto arresti, ma nella notte almeno altre quattro persone sono state fermate. Le forze speciali hanno compiuto inoltre
un’operazione notturna, sostenute da un elicottero, contro un’abitazione nel quartiere di Zeytinburnu, a seguito di una segnalazione. L’attentatore però non era all’interno della casa.
Intanto i media turchi hanno mostrato un video del presunto killer girato apparentemente con un telefonino in una data e in un luogo non identificati.
La dinamica dell’attentato fa pensare a un uomo ben addestrato all’uso delle armi. La polizia turca sta cercando di determinare con certezza la sua reale appartenenza all’Isis, che ha rivendicato l’attacco di domenica, durante il quale sono stati sparati da 120 a 180 colpi.
Numerose persone sono rimaste vittime di un colpo alla testa, secondo i media turchi che citano i risultati dlele prime
autopsie. “Ripenso a quei momenti, non posso cancellarli dalla mia memoria. La gente in preda al panico, il sangue, il rumore degli spari”, ha raccontato all’Afp un sopravvissuto franco-turco, Yusuf Kodat.
“Il pericolo persiste”, ha scritto da parte sua l’editorialista Abdulkadir Selvi sul quotidiano Hürriyet. “Fino a quando questo terrorista non sarà fermato, non sapremo quando e dove un massacro potrà ancora avvenire”.
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