Per gli allevamenti nell’altopiano sopra Norcia e al confine tra Marche e Umbria la situazione, dopo il terremoto degli ultimi due giorni, “e’ molto critica.
Le frane hanno isolato molte aziende zootecniche e caseifici – riferisce la direzione regionale della Cia Umbria – e manca l’acqua, sia per dissetare gli stessi allevatori e casari sia per le stalle. E senza l’acqua non si tengono gli animali”.
A quota mille metri, riferisce la confederazione degli agricoltori umbra, gli allevatori hanno passato una notte insonne, per non far scappare il bestiame dall’aziende che non hanno recinti in quanto privilegiato l’allevamento allo stato brado. Danni strutturali si registrano nelle stalle a Castel Sant’Angelo che hanno subito crolli.
I soccorritori tuttavia sono riusciti a portare viveri per tutti. L’emergenza e’ cosi’ alta da spingere l’assessore regionale Fernanda Cecchini a convocare, a Norcia (Perugia), un incontro urgente con tutte le organizzazioni agricole, in corso oggi pomeriggio, per determinare le prime azioni di supporto alle aziende agricole.
“Serve dar ricovero in loco agli allevatori – sottolinea Cia Umbria – in primis con casette in legno e stalle o strutture mobili, dai camper alle roulotte, con spese che possono essere anche anticipate dagli operatori se c’e’ un impegno al rimborso con tempi certi”.
Nella situazione di devastazione, la Cia Umbria segnala anche due note positive: a Castelluccio non sono andate distrutte le stalle perche’ gia’ costruite in legno e con tecniche antisismiche.
Anche i frantoi umbri continuano la loro attivita’ per la produzione del rinomato olio extravergine perche’ situati in zone non interessate da attivita’ sismica.
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