L’epicentro del violento terremoto,
di magnitudo 6.5 a una profondità 10 km, che ha nuovamente colpito il contro Centro Italia è stato registrato tra Norcia,
Preci, Castelsantangelo sul Nera e Visso. Una zona tra Marche e Umbria, già duramente colpita dagli eventi del 24 agosto e del 26 ottobre.
Nonostante la violenza non ci sono morti, e i feriti sono una ventina, nessuno di questi in gravi condizioni, ma la distruzione regna ovunque ed è ancora imprecisato il numero degli sfollati,
che comunque sarebbero migliaia. E’ stata la scossa più intensa degli ultimi decenni, e lo sciame sismico ha fatto tremare la terra tutto il giorno rendendo più complessi i soccorsi.
La situazione è particolarmente delicata a Norcia dove è crollata la basilica di San Benedetto: i frati sono scesi in piazza a
pregare e anche le suore clarisse di Santa Maria della Pace hanno dovuto lasciare il convento come racconta Suor Lucia.
“La nostra chiesa e il nostro monastero sono intatti, ma hanno delle crepe, sono andata a vedere, non c’è pericolo, ma dobbiamo ugualmente stare fuori perchè siamo di fronte a San Benedetto che
è crollata e a Sant’Agostino”.
Il 60% di Castelluccio di Norcia è crollato. Ci sono frane, viadotti pericolanti, strade interrotte e chiuse. Moltissimi
palazzi sono inagibili, con cornicioni e calcinacci che a ogni nuova scossa si staccano. La gente è scesa in strada di prima mattina e forse il cambio dell’ora solare ha fatto sì che molte
persone fossero già sveglie e pronte a scappare.
“Io stavo a casa di mia sorella perchè non aveva subito danni, mi
sono alzato per farmi il caffè e guardi come sono uscito”.
Si è trattato della scossa più forte in Italia dal 1980, più
forte di quella all’Aquila e ora guardare al futuro è difficile anche se gli abitanti di Norcia e di queste travagliate zone dell’appennino amano la loro terra e non vogliono andarsene.
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