Il servizio di messaggeria istantanea
Telegram dichiara guerra all’Isis. L’applicazione piu’ amata dai jihadisti -perche’ permette di comunicare con conversazioni criptate- ha presentato Isis Watch, un bollettino in cui da’
conto di tutte le iniziative intraprese per contrastare la propaganda jihadiste.
Molto usato dai terroristi islamici per diffondere indisturbati la propaganda radicale, Telegram -che permette di
mandare filmati e file di qualsiasi tipo pesanti fino a 1,5Gb– consente una privacy totale perche’ le conversazioni sono cifrate. Analisti indipendenti hanno descritto la qualita’.della crittografia di Telegram a “livelo militare”.
Da mesi sotto accusa per aver fatto poco o nulla per fermare i messaggi, adesso lancia Isis Watch, un canale che documentera’ la sua lotta al ‘Califfato‘: mercoledi’ l’azienda ha reso noto che solo il 26 dicembre ha vietato 105 canali; il giorno prima, quella di Natale, ne aveva bloccati 65. Nel corso
degli ultimi 4 mesi, da settembre ad oggi, sono stati chiusi oltre 8mila canali, piu’ di 10mila canali nell’ultimo anno, solo a dicembre 2.118. “Ogni giorno blocchiamo otre 60 canali correlati all’Isis, prima che possano ottenere qualsiasi ‘trazione’ e piu’ di 2mila canali vengono bloccati ogni mese”, ha scritto l’azienda.
Molto discreto, altamente permissivo, il network permette di scambiare idee e propaganda senza alcuna interferenza.
Secondo il Washington Post, lo scorso mese, Steven Stalinsky, l’autore di uno studio realizzato da East Media Research
Instute, usando uno pseudonimo, ha guadagnato l’accesso a una chat segreta in cui utenti che si descrivevano come
simpatizzanti Isis americani e britanici e discutevano di un attentato all’ambasciata americana a Londra. Stalinsky ha allertato l’antiterrorismo americano e, per quel che se ne sa,
tutto e’ rimasto lettera morta.
Ma le immagini dello scambio
testuale mostra come i partecipanti discutessero nel dettaglio la logistica dell’attacco, dalle armi agli spostamenti degli aspiranti terroristi; ad un certo punto qualcuno ha anche fatto un cenno all’ipotesi di prendere misure per risparmiare donne e bambini.
Per convincere i lupi solitari a uccidere in nome del ‘califfo’ c’e’ la ‘gif’: immagini di coltelli, macchine, pistole, fucili, armi da fuoco. E’ un sorta di ‘bombardamento’ mentale con messaggi relativi: ‘pugnalalo’ collegato a un
coltello; ‘falli esplodere’ con la dinamite e il timer; ‘investili’ e c’e’ un’auto; ‘lancia’ le pietre; ‘intossicali’ e
accanto ampolline; ‘colpiscili’ con una mazza. E non mancano gli emoticon, per esempio il dito medio.
A ottobre l’Isis, che era entrato in
Telegram con l’inglese e prima delle Olimpiadi in Brasile avevano lanciato un canale in portoghese per chiedere di fare
attentati contro le Olimpiadi, ha lanciato contenuti Telegram in italiano per raggiungere gli utenti nella penisola. Khilafa News Italia in pochissime ore ha raccolto quasi 200 membri, ma
e’ stato chiuso.
Al momento, secondo uno studio di
un’organizzazione che tiene sotto controllo le comunicazioni Internet tra i militanti islamici, Telegram e’ “l’applicazione di elezione” dell’Isis; e la migrazione di massa dei jihadisti verso Telegram e’ uno dei piu’ importanti sviluppi recenti. La preoccupazione dell’antiterrorismo europeo e americani e’ crescente, cosi’ come le richieste al suo creatore, Pavel Durov, un32enne russo, di intervenire.
Solo tre giorni prima dell’assalto al mercatino natalizio di Berlino, la Commissione Affari Esteri della Camera dei rappresentanti americana aveva esortato Durov a prendere immediatamente provvedimenti per
bloccare i contenuti dell’Isis: “Nessuna azienda privata dovrebbe consentire ai suoi servizi di promuovere il terrorismo
e pianificare attacchi che versano sangue innocente”.
Durov, che ha lasciato la Russia nel 2014 ed ora vive in una sorta di esilio volontario nella minuscola isola caraibica di Saint Kitts and Nevis, nel passato ha sempre difeso Telegram
ricordando i numeri delle chat-room chiuse.
Ma ha anche ammesso che e’ impossibile evitare completamente ai terroristi di
avvantaggiarsi dei servizi di comunicazione criptati che Telegram offre ai suoi 100 milioni di utenti (e buona parte vivono in Paesi che negano ai cittadini il diritto di libera
espressione). “Si puo’ fare poco, perche’ se consenti a questo strumento di essere usato in positivo, ci sara’ sempre qualcuno che ne fara’ un uso per fini cattivi”.
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