Cento anni fa, il 19 gennaio 1917 nasceva Steno, nome d’arte di Stefano Vanzina, uno dei registi e sceneggiatori italiani più prolifici ed eclettici, tra i padri della commedia all’italiana e di altri generi come il “poliziottesco”.
Per l’anniversario è stata organizzata la mostra “Steno, l’arte di far ridere. C’era una volta l’Italia di Steno. E c’è ancora“, dal 12 aprile al 5 giugno alla Galleria Nazionale D’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, realizzata in collaborazione con Cityfest, il programma di eventi della Fondazione Cinema per Roma.
Attraverso la sua storia professionale e privata, dall’infanzia agli ultimi lavori, la mostra racconta uno dei momenti più prolifici del cinema italiano, così come l’evoluzione e i cambiamenti del Paese, sempre visti da Steno con occhio comico ma allo stesso tempo pungente. Un’esposizione voluta anche dai figli Enrico e Carlo Vanzina, che hanno fornito molto materiale inedito.
Enrico Vanzina: “Ricordare Steno significa ricordare un certo cinema italiano, Mario Monicelli, Age e Scarpelli, Fellini, Totò, Sordi e tutti i grandi attori che hanno popolato le immagini dei nostri ricordi”. “E’ una mostra spero interessante che racconta le varie facce di mio padre che era un uomo complesso, un autore di film commerciali, d’intrattenimento, ma era un grandissimo intellettuale”.
Non solo, era scrittore, disegnatore, sceneggiatore, e quella vena ironica venne fuori all’inizio, lavorando per il giornale umoristico “Marc’Aurelio“, fucina di grandi nomi, come Fellini.
“Attraverso questa mostra cercheremo di rendere la sua semplicità complicata, con immagini, foto, filmini di famiglia, cartellonistica dei suoi film e verrà fuori proprio un’epoca, l’Italia, questa grande galoppata di questo cinema semplice e comico che ci ha resi migliori per me, perché la commedia è quella che ha raccontato meglio il Paese dal dopoguerra a oggi”.
Uno dei pezzi clou è il “Diario Futile“. Carlo Vanzina: “C’è questo meraviglioso diario, il Diario Futile, un grande libro che papà durante la guerra si divertiva a fare, anticipando la pop art, ci ha messo dei ritagli di giornali e riviste ed è riuscito a fare dell’umorismo abbinandolo alla realtà drammatica di quel momento”.
Alla presentazione, sono venuti fuori tanti ricordi e aneddoti di famiglia e sul lavoro di Steno con grandi registi e attori amici, come Ettore Scola, scomparso tra l’altro proprio il 19 gennaio, un anno fa. Ma quale sono i film preferiti dai figli in una filmografia vastissima? Enrico: “Insieme abbiamo scritto uno dei film più famosi di mio padre, ‘Febbre da cavallo’ per cui forse è quello che amo di più, so cosa significa scrivere con lui”. “Forse però il più bello però è ‘Guardia e ladri‘, anche rivedendolo oggi è un capolavoro assoluto”. Carlo: “Il ricordo abbinato a papà è ‘Un americano a Roma’, è Sordi che mangia gli spaghetti schifando il cibo americano”.
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