Paura tra i 300mila civili siriani della parte orientale di Aleppo controllata dai ribelli, ma da ieri, completamente assediate dalle truppe del regime di Damasco.
E questo mentre, secondo gli analisti, i gruppi armati dell’opposizione si trovano ormai “privati da qualsiasi spazio per respirare”. E’ quanto emerge da una serie di interviste fatte da France Presse con residenti di Aleppo e esperti delle vicende siriane.
“Non so cosa sta per accadere a noi”, ha detto a Afp Mohamed Rukby, un 38enne disoccupato e padre di quattro figli nel quartiere di Bustan al-Qasr. “Non possiamo andare da nessuna
parte. Tutte le strade sono chiuse e stiamo soffrendo da giorni per la carenza di pane, cibo e praticamente tutto”, ha aggiunto.
Penuria di cibo e carburante aveva già colpito l’est della città che ospita circa 300.000 persone, dopo che, lo scorso 7 luglio, le forze governative erano arrivate a portata di tiro della strada del Castello, unica via di rifornimento per le zone controllate dai ribelli.
Ma durante il fine settimana appena passato, i governativi sono riusciti a prendere sotto il loro controllo la stessa strada tagliando così completamente la parte orientale della città in mano ai ribelli con il mondo esterno gettando i civili nel panico.
“Ho paura di quello che avverrà dopo”, ha detto Rukby per il quale “forse il regime non sarà contento dell’assedio e
attaccherà i quartieri orientali”.
Mohamed Zeitun, un meccanico nel quartiere di Al-Mashhad controllato dai ribelli, ha detto che il suo lavoro era già
calato a causa di una carenza di combustibile perchè i residenti ormai non usano l’auto per spostarsi da nessuna parte. Ma ora, “l’idea dell’assedio mi tiene sveglio la notte”, ha detto a Afp il meccanico 44enne.
“Non ho forniture per durare più di una settimana, e se non c’è cibo nei mercati, ci potrebbe essere una carestia”, ha spiegato Zeitun che dice di essere padre di cinque figli.
Aleppo, un tempo capitale economica del Paese, è stata devastata da una guerra civile che dura ormai da oltre cinque anni costata la vita a più di 280mila persone. Oggi la città è divisa in due parti: l’occidentale controllata dal regime e quelle orientale sotto controllo dei ribelli.
Per gli analisti, l’avanzata dei governativi sostenuta da una
massiccia offensiva aerea russa, è un significativo colpo per i ribelli: “Oltre alla catastrofe umanitaria in corso, i recenti avvenimenti in Aleppo orientale sono politicamente molto significativi”, ha detto Karim Bitar, analista presso l’Istituto con sede a Parigi, di Relazioni Internationali strategiche.
“Ora è diventato una missione impossibile per i ribelli della Siria che sono completamente privi di qualsiasi spazio per respirare”, ha aggiunto.
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