Nonostante la grave emergenza umanitaria e l’allarme sanitario non si fermano raid e combattimenti in Siria.
All’indomani del voto unanime al Consiglio di Sicurezza dell’Onu che ha richiesto una tregua umanitaria di almeno 30 giorni, raid aerei del regime di Damasco hanno sganciato oggi barili bomba sui sobborghi della Goutha orientale controllati dai ribelli, riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani.
Nell’ultima settimana almeno 500 civili sono stati uccisi nei raid siriani, creando un’ondata di sdegno internazionale che ha portato alla risoluzione dell’Onu.
Fonti vicine al governo di Bashar al Assad riferiscono che le forze di Damasco e le milizie alleate hanno avviato un’operazione per invadere la Ghouta orientale, a est della capitale. Vi sono notizie di scontri armati , mentre un comandante ribelle ha riferito all’agenzia stampa Dpa che è stato respinto un tentativo dell’esercito siriano di penetrare nella regione.
Almeno 25 soldati di Damasco, ha detto, sarebbero stati uccisi. L’Osservatorio siriano per i diritti umani segnala anche scontri armati fra le forze turche e i combattenti curdi nella regione settentrionale siriana di Afrin.
Il Papà ha espresso tutta la sua solidarietà ai civili.
“In questi giorni il mio pensiero è spesso rivolto all’amata e martoriata Siria, dove la guerra è riesplosa, specialmente nel Ghouta orientale”, ha esordito il Pontefice durante l’Angelus di oggi. “Questo mese di febbraio è stato uno dei più violenti in sette anni di conflitto: centinaia, migliaia di vittime civili, bambini, donne, anziani; sono stati colpiti gli ospedali; la gente non può procurarsi da mangiare. Tutto questo è disumano – ha scandito il Papa – Non si può combattere il male con altro male”. “Pertanto rivolgo il mio appello accorato perché cessi subito la violenza, sia dato accesso agli aiuti umanitari – cibo e medicine – e siano evacuati i feriti e i malati. Preghiamo Dio che questo avvenga senza indugio”, ha aggiunto Bergoglio.
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