Le autorita’ siriane annunciano di aver trovato “un accordo di principio” con i miliziani di Wadi Barada, un’enclave ribelle a ovest di Damasco e da settimane messa a ferro e fuoco dall’aviazione e dall’artiglieria governative e da miliziani libanesi filo-iraniani Hezbollah.
Secondo l’agenzia Sana, controllata dal governo, l’accordo prevede la resa dei miliziani e l’ingresso delle truppe lealiste, oltre all’intervento di manutenzione della stazione di pompaggio di acqua di Ayn Fije, che serve numerosi quartieri della capitale e che si trova nella zona ribelle. Dal canto loro, leader dei miliziani di Wadi Barada, citati dalla tv panaraba al Jazira, smentiscono la notizia del raggiungimento dell’accordo e denunciano bombardamenti aerei su civili con “bombe incendiarie”, in particolare su Basima, uno dei villaggi di Wadi Barada (Valle del Barada).
Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) i raid sono proseguiti anche stamani, ma le autorita’ governative stanno cercando in queste ore di raggiungere tregue separate con i notabili dei vari villaggi del Wadi, promettendo a ciascuna comunita’ di non essere piu’ colpiti dai pesanti bombardamenti aerei e di artiglieria in caso di resa.
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