Lo scontro avvenuto nei giorni scorsi nella Valle di Galwan al confine tra India e Cina ha lasciato morti 20 soldati indiani. Pechino e Nuoa Delhi si sono rimpallate la responsabilità dell’attacco.
L’Esercito e l’Aviazione indiana sono in stato di allerta lungo linea di confine con la Cina dopo lo scontro
Anche la Marina ha ricevuto la richiesta di alzare il suo livello di allerta nella zona dell’Oceano Indiano dove le forze navali cinesi fanno spesso irruzione, lo riporta la stampa locale.
L’esercito, spiega ancora la nota d’agenzia Pti, ha già incrementato il numero delle presenze in tutte le sue basi-chiave lungo la Linea di Controllo negli stati dell’Arunachal Pradesh, Uttarakhand, Himachal Pradesh e Ladakh.
In molte città indiane gruppi di persone hanno tenuto manifestazioni anticinesi, bruciando bandiere e immagini del presidente Xi Jinping e lanciando slogan per chiedere vendetta.
La Cina ha liberato 10 soldati indiani che erano finiti prigionieri in seguito agli scontri avvenuti tra le due parti lunedì nella valle contesa di Galwan, nel Kashmir. Lo scrivono i media indiani e la BBC.
Secondo quanto riferisce il giornale The Hindu, tra i militari rilasciati ci sono un tenente colonnelllo e tre maggiori. Il governo indiano non ha confermato la notizie e non aveva parlato di soldati non rientrati.