Dopo duecento giorni di permanenza sulla Stazione spaziale internazionale tornano sulla Terra il comandante statunitense Terry Virts, l’astronauta italiana Samantha Cristoforetti e il cosmonauta russo Anton Shkaplerov.
.@AstroSamantha shouts out @SusanSarandon for her efforts to spark passion in girls to pursue STEM careers. https://t.co/M6nA4ynUzy
— Intl. Space Station (@Space_Station) 10 Giugno 2015
Dopo 200 giorni in orbita, Samantha Cristoforetti è tornata sul nostro pianeta: si è conclusa così la missione FUTURA, la seconda di lunga durata dell’Agenzia Spaziale Italiana.
Il viaggio di rientro attraverso l’atmosfera a bordo della navicella Soyuz è stato brevissimo: sganciandosi dalla Stazione alle ore 12:20, Samantha Cristoforetti, il comandante russo Anton Shkaplerov e l’astronauta della Nasa Terry Virts hanno ridotto la propria velocità di crociera da 28.000 Km/h a zero, nel corso di poco più di tre ore, e sono arrivati a destinazione nelle steppe del Kazakistan alle 15:44.
“Sono felice – ha dichiarato Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana – di annunciare il ritorno di Samantha sulla Terra, attorno alla quale ha percorso più di 130 milioni di chilometri negli ultimi 7 mesi, il più lungo viaggio compiuto da una donna nella storia dell’umanità. Il successo di Samantha e della missione FUTURA dal punto di vista dell’immagine ha permesso di mostrare al mondo la qualità dei programmi spaziali dell’Italia, realizzata tramite la tecnologia e le competenze industriali del nostro Paese e la professionalità delle persone che lavorano in questo settore, di cui Samantha è la punta di diamante. Lavoreremo assieme all’astronauta per capitalizzare il risultato ottenuto e rendere sempre più efficace l’azione dell’Italia nel contesto spaziale, settore che sempre più rappresenta un motore per l’economa, l’innovazione e l’industria di assoluto rilievo per il nostro Paese”.
L’avventura di Samantha è iniziata alle 22:01 del 23 novembre 2014: è stata quasi sette mesi a bordo della ISS in qualità di Flight Engineer e membro dell’equipaggio della Spedizione ISS 42/43. La sua missione si sarebbe dovuta concludere il 14 maggio 2015 ma, a causa di un incidente a una navetta cargo russa Progress, andata perduta dopo il lancio, il rientro della Soyuz con a bordo l’equipaggio della Spedizione 42/43 è stato rimandato. Grazie a questo mese in più sulla ISS, Samantha Cristoforetti è rientrata sulla Terra l’11 giugno 2015: con i suoi 200 giorni in orbita, ha battuto il record dell’astronauta ESA con più giorni di permanenza consecutivi nello Spazio in un’unica missione, che prima apparteneva all’astronauta olandese André Kuipers, e il record di giorni di permanenza consecutiva in orbita per un’astronauta donna, che apparteneva in precedenza all’astronauta della NASA Sunita Williams.
Samantha è stata la settima astronauta italiana ad andare nello spazio e la quinta a mettere piede sulla ISS. Questa opportunità di volo è stata assegnata all’ASI dalla NASA grazie ad un accordo bilaterale diretto NASA/ASI (Memorandum of Understanding del 9 ottobre 1997), in base al quale ASI, a fronte della fornitura a NASA di tre moduli pressurizzati abitativi (MPLM – Multi Purpose Pressurized Module) e del PMM (Permanent Multi-purpose Module) per la ISS, ha accesso a quota parte delle risorse della ISS per effettuare esperimenti in microgravità e a opportunità di volo di astronauti italiani, sia di breve sia di lunga durata.
Durante il percorso di rientro, la Soyuz, dopo il distacco fisico dalla ISS avvenuto alle 12:20, ha effettuato le manovre di allontanamento dalla Stazione e iniziato le procedure di discesa. Alle 14:51 è iniziata la manovra di retroaccensione (de-orbit burn) necessaria a decelerare la capsula e uscire dall’orbita iniziale per discendere verso l’atmosfera terrestre. A 140 km di altezza i tre moduli di cui è composta la Soyuz si sono separati, e dopo circa 3 minuti è avvenuto l’ingresso in atmosfera del modulo di discesa con a bordo i tre astronauti. Ad una altezza di 10 km si è aperto il paracadute che ha rallentato la discesa fino a una velocità di ca. 22 Km/h, che si è ridotta ulteriormente a 5 Km/h con l’attivazione finale dei retrorazzi a 70 cm di altezza dal solo. L’atterraggio è perfettamente avvenuto alle 15.44 nelle steppe del Kazakistan.
Dopo l’atterraggio con la Soyuz, Samantha ha proseguito la sua strada verso Houston, negli Stati Uniti: qui avrà un periodo di riabilitazione per riadattarsi alla gravità terrestre, come tutti gli astronauti che rientrano dallo spazio, e sarà sottoposta a questionari, biopsie muscolari e altri test medici.