Nonostante siano trascorsi 70 anni dalla fine del terribile regime nazista e dopo aver documentanto ampiamente per decenni le atrocità commesse, rimane ancora qualche elemento nella nostra cultura scientifica legata ai nomi dei medici nazisti che scoprirono alcune malattie ma sottoposero le vittime ad esperimenti talmente crudeli che furono giudicati crimini contro l’umanità.
Ora l’obiettivo è cancellare i nomi di medici nazisti criminali di guerra dalle definizioni, ancora oggi utilizzate, di varie patologie e test scientifici. E’ questa la richiesta condivisa da scienziati e comunità ebraica, rilanciata in occasione del workshop internazionale Medici nazisti e malattie eponimiche’, organizzato oggi a Roma dall’Università La Sapienza, Comunità Ebraica e Ospedale Israelitico.
A lanciare la proposta “provocatoria” è Riccardo Pacifici, presidente della Comunità Ebraica di Roma.
“Quello che chiediamo è di sostituire, nelle definizioni in uso per varie malattie, ai nomi dei carnefici nazisti quelli delle vittime, che in molti casi sono note”
Ben note, hanno sottolineato storici della medicina e ricercatori presenti al convegno, sono le efferatezze commesse dai medici nazisti su cavie umane nei campi di sterminino, ma nonostante le condanne inflitte ai medici che praticarono tali sperimentazioni,
“ancora oggi diverse patologie – denunciano ricercatori e esponenti della Comunità Ebraica – sono note nella pratica medica con eponimi derivati appunto dal nome dei responsabili di tali atrocità”.
Questi esperimenti sono stati ritenuti crudeli e per questo medici ed ufficiali coinvolti furono condannati per crimini contro l’umanità. Le pratiche sperimentali effettuate nei campi di concentramento, sottolineano gli studiosi, “portavano a morte sicura o provocavano terribili dolori che duravano per giorni e lasciavano menomazioni perenni nei pochi sopravvissuti”. Molti degli autori erano medici e scienziati di chiara fama e professionisti, ma malgrado i crimini di cui si macchiarono e le condanne che subirono, ancora oggi alcune delle loro “ricerche” e dei loro “dati” vengono impiegati nella pratica medica.
Dal test di Clauberg, ginecologo che effettuò gravi sperimentazioni, all’artrite di Reiter, batteriologo anche egli autore di esperimenti criminali.
Il rettore dell’Università La Sapienza di Roma, Eugenio Gaudio,
“L’Università La Sapienza si farà promotrice di una mozione per cancellare le definizioni con nomi di medici nazisti che hanno legato alla nomenclatura di una malattia il proprio cognome. La mozione sarà inviata a tutte le società scientifiche internazionali, con l’obiettivo di approdare alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo”,
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