Il rapporto tra religione e diplomazia è il tema del seminario “Religion and Diplomacy: a new strategic pillar for a comprehensive mediterran dialogue”, organizzato a Roma dal ministero degli Affari esteri in collaborazione con l’Istituto per gli Studi di politica Internazionale (Ispi). Un tema di grande attualità affrontato oggi in una prospettiva che guarda alle religioni quali attori internazionali – a conseguenza del ritorno della religione quale fattore della politica internazionale ormai in corso da alcuni decenni – che possono un svolgere ruolo essenziale nella gestione e soluzione delle crisi.
L’evento – introdotto dal Vice Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri, Antonio Bernardini, dal Presidente dell’ISPI, Giancarlo Aragona e dal Docente di Relazioni Internazionali dell’Università del Sussex, Fabio Petito – si è articolato in due panel: il primo, dedicato a come “Includere la religione nella politica estera: il caso italiano e il dibattito in Occidente su religione e diplomazia”, il secondo, incentrato su “Il ruolo della religione nella crisi del Mediterraneo: come agire?”. L’evento è finalizzato – ha spiegato Bernardini – a far comprendere meglio il ruolo delle religioni nell’attuale situazione politica internazionale. In tal senso – ha spiegato ancora il Vice Segretario Generale – “l’Italia dedica da tempo sempre più attenzione e risorse a tale tematica. E il nostro impegno per la protezione delle minoranze religiose e il multiculturalismo è ben noto”, ha continuato Bernardini prendendo come esempio “il recente accordo siglato il mese scorso tra governo italiano e Unesco per creare i caschi blu della cultura, che mira non solo a preservare i beni culturali, ma anche la diversità religiosa nelle aree di crisi”. “L’Italia – ha aggiunto – sta adottando varie iniziative per contenere la frammentazione e l’instabilità del Mediterraneo e ricreare un nuovo ordine regionale basato su sicurezza e prosperità condivise”. D’altra parte il rapporto tra religione e diplomazia è ed è sempre stato un “settore chiave”, ha osservato l’Ambasciatore Aragona, confermato dal fatto che “nel corso della storia, le religioni sono state un fattore cruciale per plasmare le relazioni internazionali”. E il fattore religioso, ha aggiunto il professor Petito sta assumendo una crescente importanza nelle relazioni internazionali. Anche se questo è un fenomeno che viene declinato principalmente in termini negativi perche nessuna religione è purtroppo esente da fenomeni di radicalismo e violenza. “E’ quindi essenziale inquadrare tale fenomeno in maniera più complessa”. “In tal senso l’azione degli attori religiosi può svolgere un ruolo essenziale nella soluzione/gestione delle crisi”, ha detto Petito.
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