Si riapre la polemica tra Polonia e Russia sul disastro aereo di Smolensk in cui morì il presidente polacco Lech Kaczynski. Secondo il ministro della Difesa di Varsavia, Antoni Macierewicz, l’incidente aereo del 2010 fu un “atto terroristico” russo. La notizia, apparsa sui media locali, ha destato le polemiche di molti rappresentati dell’opposizione e immediata è stata la reazione di Mosca secondo cui le parole del ministro sono “prive di fondamento e non hanno niente a che fare con le circostanze reali della tragedia”, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
“Dopo Smolensk, possiamo dire di essere stati la prima grande vittima del terrorismo del conflitto che si apre davanti ai nostri occhi”, ha dichiarato Macierewicz nel corso di una conferenza in un’università cattolica. Il ministro della Difesa ha affermato che la catastrofe di Smolensk è stata la reazione alla richiesta della Polonia nel 2009 di definire “genocidio” il massacro di migliaia di ufficiali polacchi a Katyn da parte delle forze di polizia di Stalin nel 1940, dichiarazione fatta proprio dal defunto Kaczynski, fratello del leader del partito conservatore Pis, Jaroslaw Kaczynski, attualmente al governo.
“Appena sei mesi più tardi, abbiamo visto che il tentativo di sollevare questa questione ha provocato una reazione che il mondo contemporaneo non poteva immaginare. Una reazione che ha causato la morte di tutta l’élite polacca, la morte della delegazione polacca in volo verso Katyn, a Smolensk”, ha aggiunto.
Il “terrorismo” è “una creazione del pensiero socialista-sovietico che non è mai esistito nella storia del mondo occidentale e cristiano – ha proseguito Macierewicz – Non ho alcun dubbio che quello che è a caduto sopra Smolensk aveva l’obiettivo di privare la Polonia della guida che ha portato la nostra nazione all’indipendenza”.