I miliziani dell’Isis, Stato Islamico, hanno causato diversi danni al castello di Palmira prima
di ritirarsi per l’avanzata del regime di Damasco e dei suoi alleati. Lo scrive l’agenzia di stampa Sana, precisando che limitandosi a una visione dall’esterno del castello si nota che la scalinata che conduceva all’ingresso è stata fatta saltare in aria ed è stata completamente demolita, come molte altre parti della struttura.
Al momento non è stato ancora possibile entrare all’interno del castello proprio a causa delle demolizioni effettuate, ma le riprese effettuate dall’alto mostrano danni evidenti alla struttura.
Il castello, che si trova nella parte occidentale della città di Palmira, è passato sotto il pieno controllo delle forze armate solo nel pomeriggio di ieri a seguito di operazioni mirate a risparmiare la cittadella da ulteriori danni. L’Isis aveva conquistato lo scorso maggio il sito archeologico patrimonio dell’Unesco.
La città di Palmira è una delle più antiche della regione. Le notizie sulla sua esistenza risalgono al XIX
secolo a.C. quando era conosciuta e citata negli antichi documenti con il nome di Tadmor o Tamar, come è chiamata nella Bibbia che la ricorda come fortificata da Salomone. Per oltre un millennio, però, sulla
città cala il silenzio, fino alla conquista da parte dei Seleucidi che, nel 323 a.C. prendono il controllo della Siria. Palmira si mantiene indipendente fino a circa il 19 a.C., nonostante il Paese fosse ormai nelle mani dei Romani. E’ sotto il regno di Tiberio e poi di Nerone che la città viene annessa all’Impero. Plinio il Vecchio ne racconta le ricchezze del suolo e l’importanza che essa ricopre all’epoca nei commerci tra Roma e l’Oriente, soprattutto Cina, India e Persia. Nel II secolo d.C. Adriano la visita e la proclama città libera, dandole il nome di Palmira Hadriana. Tra la fine del II e l’inizio del III secolo, Settimio Severo o il suo successore, il figlio, Caracalla, concede a Palmira lo statuto di città libera
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