Coldiretti lancia un appello per controllare l’acquisto di olio. Occorre fare attenzione se si vuole acquistare un buon olio extravergine italiano, bisogna evitare prodotti venduti a meno di 6-7 euro al litro che non coprono neanche i costi di produzione.
Quest’anno invece, precisa la Coldiretti, il raccolto in Italia è buono con un aumento stimato in oltre il 30 per cento della produzione di olio rispetto al 2014, con una qualità ottima per l’andamento climatico favorevole. Rispetto allo scorso anno, uno dei più neri della storia dell’olivicoltura italiana, la produzione 2015 dovrebbe risalire a circa 400mila tonnellate, pur rimanendo sotto la media storica (intorno alle 500mila tonnellate).
In compenso, rileva Coldiretti, la qualità delle olive è ottima grazie anche al caldo che ha limitato gli attacchi della mosca olearia. Proprio la mosca era stata, assieme al maltempo, una delle cause del crollo produttivo fatto registrare lo scorso anno. L’Italia è infatti il primo importatore mondiale di oli di oliva che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri.
Il consiglio di Coldiretti è quello di guardare con più attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica. Le avvertenze per il consumatore sono peraltro accompagnate da una incisiva attività di controllo da parte delle forze dell’ordine che hanno portato nel 2014 a sequestri per 10 milioni di euro grazie a oltre 6mila controlli sul comparto da parte dell’Ispettorato repressione frodi.
Attività importante che va sostenuta con l’attuazione della rigorosa cornice normativa definita con la legge 9 del 2013, fortemente sollecitata dalla Coldiretti, che ha introdotto importanti misure per la trasparenza nel settore. Bisogna applicare, precisa la Confederazione, le norme previste a partire dal controllo dei regimi di importazione per verificare la qualità merceologica dei prodotti in entrata per cui, ad esempio, l’olio d’oliva viene spacciato per l’olio extravergine d’oliva e l’olio di sansa passa per olio d’oliva.
Inoltre, continua la Coldiretti, servono i controlli per la valutazione organolettica del prodotto che consentirebbero di distinguere e classificare gli oli extravergini d’oliva, individuandone le caratteristiche, mentre bisogna fissare le sanzioni per il mancato uso obbligatorio dei tappi anti-rabbocco nella ristorazione dove continuiamo a trovare le vecchie oliere indifferenziate.
“L’Italia – afferma il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo – deve difendere il proprio patrimonio in un settore strategico del Made in Italy con circa 250 milioni di piante su 1,2 milioni di ettari coltivati, con un fatturato del settore stimato in 2 miliardi di euro e con un impiego di manodopera per 50 milioni”.
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