E’ grave il bilancio delle vittime nella guerra dimenticata Nagorno-Karabakh almeno analizzando i dati comunicati dal governo azero e armeno.
L’Azerbaigian ha annunciato che 2.783 suoi militari hanno perso la vita nei recenti combattimenti nel Nagorno-Karabakh e che altri cento risultano ancora dispersi.
Finora le forze armate azere non avevano fornito una stima dei loro caduti negli scontri con le truppe armene che sono andati avanti dal 27 settembre al 10 novembre.
A metà novembre, il ministero della Salute di Erevan ha riferito che 2.317 militari armeni sono morti nella guerra.
Armenia e Azerbaigian avevano firmato un accordo il 10 novembre per mettere fine ai combattimenti nel Nagorno-Karabakh a novembre, con la mediazione della Russia.
Una folla di manifestanti arrabbiati per l’intesa firmata da Armenia e Azerbaigian sul cessate il fuoco nella contesa regione del Nagorno-Karabakh, aveva invaso la sede del governo armeno a Erevan saccheggiando gli uffici e frantumando i vetri delle finestre. Migliaia di persone si erano radunate all’esterno dell’edificio che ospita il governo e poche centinaia hanno fatto irruzione dopo l’annuncio del raggiunto accordo da parte del premier armeno Nikol Pashinyan.
Il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev aveva dichiarato che l’ accordo di cessate il fuoco per porre fine ai combattimenti nella contesa regione del Nagorno-Karabakh equivaleva a una “capitolazione” da parte dell’Armenia. “L’ abbiamo costretto a firmare questo documento”, aveva detto Aliyev riferendosi al primo ministro armeno Nikol Pashinyan in un discorso televisivo. “Questa è sostanzialmente una capitolazione”. Aliyev aveva detto che l’accordo è di “importanza storica”, e che dà all’Armenia un breve lasso di tempo per ritirare le truppe dal Nagorno-Karabakh. La Russia e la Turchia, alleato dell’Azerbaigian, sarebbero stati coinvolti nell’attuazione del cessate il fuoco.
Ora il tragico bilancio, oltre cinquemila i militari morti.
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