Il segno grafico che si fa gesto pittorico, passando attraverso quella sorta di “terra di nessuno” – che però appartiene a tutti – che unisce letteratura e arte. La mostra “Disegnare le parole”, al Museo del Novecento di Milano, presenta oltre 150 opere di Mimmo Paladino dedicate ai grandi libri, dall’Agamennone di Eschilo alla Divina Commedia di Dante, dall’Ulisse di James Joyce ai Tristi Tropici di Levi-Strauss. E una parte importante dell’esposizione milanese è dedicata al don Chisciotte di Cervantes. “Andare oltre le immagini che Don Chisciotte non vedeva, oppure vedeva ma non c’erano – ci ha detto
l’artista – mi è sembrato una grande metafora, che è proprio l’essenza della pittura e dell’arte”.
Il dialogo tra Paladino e i testi appare in costante movimento, centrifugo rispetto alla classica pratica di illustrazione, ma fruttuoso anche dal punto di vista dello scambio reciproco, con un ricco aspetto mimetico. “Io dico – ha aggiunto il pittore – che non bisogna imporsi in maniera presuntuosa con la propria cifra, se incontro un testo del Trecento mi devo fare monaco, oppure se incontro Pavese devo essere realisticamente concreto”.
La mostra, nell’ambito del ciclo di esposizioni Focus d’Artista, è curata da Giorgio Bacci. “Tante soluzioni che voi trovate in queste illustrazioni – ci ha spiegato – disegni e incisioni poi potete rintracciarle anche nelle sue opere nei formati maggiori, in pittura e in scultura. Ma è un laboratorio anche dal punto di
vista tecnico, perché potete vedere una varietà di tecniche impressionante e questo è veramente affascinante”.
Così come affascinanti sono le matrici, ossia gli strumenti del mestiere, che sono esposte insieme ai lavori a cui hanno poi fisicamente dato vita. Il tutto in un’atmosfera di osmosi tra le diverse manifestazioni della creatività. “Io dico sempre – ha concluso Paladino – che un’arte se è tale e importante deve provocare un altro linguaggio e comunque un musicista si può servire della pittura per fare della musica e viceversa”.
La mostra al Museo del Novecento, che resta aperta al pubblico fino al 4 settembre, presenta anche una scultura inedita dedicata all’Inferno dantesco ed è accompagnata da due volumi monografici sul rapporto tra il pittore e la parola.
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