La mostra ‘Rinascere dalla bellezza. La piu’ grande storia mai scritta sulla sabbia’ – presentata stamani all’Auditorium Maxxi di Roma – porta nella Capitale il frutto degli interventi di recupero e restauro dei tesori archeologici iracheni da parte della Cooperazione allo sviluppo italiana, che dal 2003 ha gia’ investito nella Mesopotamia sconvolta dalla guerra circa 15 milioni di euro.
Per il Vice Ministro degli Affari esteri con delega alla Cooperazione internazionale Mario Giro, questa mostra rappresenta appunto “la partnership strategica” del nostro Paese con quel territorio culla della nostra civilta’, e non solo: “la Cooperazione”, spiega il Vice Ministro “e’ come un tridente” che si articola in “aiuto allo sviluppo, cultura ma anche internazionalizzazione delle imprese”.
Il modello italiano – di imprenditorialita’ da un lato, e tutela e valorizzazione dell’arte dall’altro – si deve portare all’estero “per mostrare cio’ che sappiamo fare”, soprattutto in questa epoca dominata dal “culturalismo”. Cio’ consiste per Giro nell’usare a volte la cultura “come un’arma verso gli altri”, ma il lavoro svolto dall’Italia e presentato con questa mostra si fonda su un atteggiamento “contrario”, poiche’ “la memoria qui diventa incontro con l’altro”.
Daesh, ricorda il Vice Ministro, attacca i tesori archeologici e i monumenti islamici in Iraq come altrove “poiche’ vuole imporre il proprio modello culturale”, cancellando gli altri, ma “nessuna cultura- sottlinea- e’ disgiunta dalle altre”. Un altro grave rischio a cui la nostra epoca e’ esposta e’ quello dell’etnocidio, ossia la volonta’ di eliminare passato storico e tradizioni “per distruggere il futuro di un popolo”.
Per questo l’Italia e’ in prima linea nella difesa dei beni culturali coinvolti nei vari teatri di guerra contemporanei: “i caschi blu della cultura proposti dal governo italiano all’Unesco e gli investimenti degli ultimi anni servono a preservare ma anche diffondere il nostro know-how” poiche’ “anche questa e’ una
forma di aiuto allo sviluppo”.
Per Giovanna Melandri, direttore del Maxxi, serve anche a restituire “speranza per una rinascita civile e sociale”. Tra qualche mese, annuncia poi, la mostra – visitabile al Maxxi dal 7 al 22 maggio – sara’ ospitata in una sala del palazzo dell’Unesco.
“Gli interventi in Iraq fanno parte di una strategia complessiva rivolta ai principali teatri di guerra attuali, come in Afghanistan, Kurdistan iracheno, Cina, Palestina, Giordania, Libano”, dice Giampaolo Cantini, a capo della Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo, che insieme all’Agenzia italiana per la Cooperazione allo sviluppo, e in collaborazione con il Maxxi, hanno organizzato questa mostra.
In Libano, aggiunge Cantini, la Cooperazione e’ intervenuta per riordinare, ristrutturare e valorizzare il Museo nazionale di Beirut e i suoi i sotterranei, “che prima erano un deposito di reperti di valore”, mentre l’edificio e’ stato anche colpito dalla guerra. Tutto sempre creando sinergia tra le istituzioni, i
partner privati, le universita’ e i centri culturali o di eccellenza, come l’Opificio delle pietre dure di Firenze.
La mostra ‘Rinascere dalla bellezza’ e’ un percorso espositivo multimediale: attraverso ologrammi, ambienti 3D, videoproiezioni e foto si crea un ‘cinema nello spazio’, un percorso narrativo partecipato e condiviso con cui portare lo spettatore a visitare le citta’ irachene coinvolte dalle attivita’ della Cooperazione italiana: Baghdad, Erbil, Ur e molte altre, ‘disposte’ su un’ideale mappa dell’Iraq disegnata sul pavimento del salone. Tra luci soffuse e una colonna sonora originale si immagina cio’ che un giorno si potra’ visitare davvero.
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