il 18 maggio 1944, settandadue anni fa, i soldati polacchi liberarono Montecassino innalzando la bandiera della Polonia, smembrata, divisa e umiliata da un accordo russo-tedesco. Il simbolo di un popolo che aveva lottato per la libertà contro i tedeschi sventolava sulle macerie dell’antica Abbazia benedettina di Montecassino al centro di una furiosa battaglia iniziata a gennaio sulla linea Gustav e si concluderà il 25 maggio quando i polacchi riescono ad espugnare Piedimonte San Germano ultimo baluardo della Linea Hitler-Senger. Ma il 18 maggio rappresenta la giornata simbolo della liberazione di Montecassino.
Anche Papa Francesco ha voluto ricordare il sacrificio del Polacchi proprio nel giorno che ricorda la nascita di Giovanni Paolo II.
“Oggi, giorno di nascita di san Giovanni Paolo II, saluto cordialmente tutti i polacchi qui presenti. Mi unisco spiritualmente al Presidente della Repubblica di Polonia, con i combattenti e i partecipanti alla santa messa nel cimitero polacco di Montecassino a ricordo dei caduti, nonché a coloro che sono radunati a Torun per la consacrazione del santuario della Beata vergine Maria stella della nuova evangelizzazione e di san Giovanni Paolo II”.
Così Papa Fracesco ai pellegrini polacchi presenti all’udienza generale in piazza San Pietro. “Che questi importanti eventi siano per voi un invito a pregare per la pace, per la Chiesa in Polonia e per la prosperità della vostra Patria”.
Il Presidente della Repubblica di Polonia Andrzej Duda a Montecassino
Oggi ricordiamo una delle pagine più significative per la nostra amata Cassino.” Queste le parole con cui il sindaco di Cassino, Giuseppe Golini Petrarcone, in presenza del Presidente della Repubblica di Polonia Andrzej Duda, ha aperto il suo intervento questa mattina in occasione del 72° anniversario della conquista di Montecassino da parte dell’esercito polacco.
“Un ricordo – ha continuato il sindaco – che giunge a 72 anni di distanza da quel tragico Maggio del 1944, quando le truppe dell’indimenticabile Generale Anders, dopo uno sforzo immane riuscirono a liberare dal nemico i cittadini di Cassino proprio in questo luogo sacro. Conosciamo tutti la storia di quei giorni. Montecassino doveva essere presa perché bloccava agli Alleati la strada per Roma. Ci provano e falliscono gli inglesi, gurkha e i neozelandesi, tutti respinti dai paracadutisti tedeschi. Ci riusciranno, al quarto tentativo, i polacchi guidati dal generale Wladyslaw Anders. Da quel momento nasce un profondo legame tra il popolo polacco e la città di Cassino. Un legame che in questi 72 anni è diventato sempre più forte. Ogni anno in occasione di questa ricorrenza il mio pensiero va alle parole pronunciate dal Generale Anders il 19 maggio del 1944 quando, dopo la liberazione, salì fino all’abbazia per rendere omaggio ai 4.350 polacchi morti o feriti. ‘Il campo di battaglia – racconterà – offre uno spettacolo tremendo. Cadaveri di soldati, carri armati distrutti, crateri, brandelli di armi e di uniformi, l’odore della putrefazione e, tutt’intorno, il rosso dei papaveri’. Nel cimitero polacco di Montecassino è innalzata un’epigrafe sulle tombe dei soldati che testimonia il loro coraggio fino al sacrificio estremo della morte: ‘lottarono per la libertà e lasciarono il corpo all’Italia, il cuore alla Polonia e l’anima a Dio.’ Mai parole più opportune potevano racchiudere una sintesi così perfetta. Furono centinaia di migliaia i soldati uccisi. 1052 soldati polacchi sono seppelliti qui a Montecassino. Da quel momento Cassino è diventata città della Pace e forte della sua storia ha saputo risorgere dalle macerie ed ha portato il suo messaggio di pace in tutto il mondo. Un pace che abbiamo l’obbligo morale di difendere con tutte le nostre forze. Mai più guerre, mai più morti. Evviva la pace, evviva Cassino, evviva Montecassino, evviva la Polonia.”