Settantadue anni fa, nel maggio 1944, i polacchi sfondavano il fronte di guerra di Cassino. Prima superarono la linea Gustav conquistando le rovine dell’antica Abbazia di Montecassino, il 18 maggio e poi sfondarono la linea Hitler-Senger e conquistarono Piedimonte San Germano, il 25 maggio 1944
73 anni fa, nel maggio del 1944 gli Angloamericani riuscivano a sfondare il fronte di guerra fermo a Cassino da gennaio. Lo sbarco di Salerno del 9 settembre 1943 e la presa di Napoli avevano illuso gli alleati che presto avrebbero potuto raggiungere Roma. Ma tutte le previsioni non si verificarono. L’impiego massiccio di mezzi corazzati dava un unica possibilità per raggiungere Roma, e cioè percorrere la statale numero 6, via Casilina che da Capua conduceva a Roma passando, dopo un tortuoso itinerario, per Montecassino.
Gli alleati, però, non avevano fatto i conti con la difesa tedesca che decise di sfruttare al massimo le caratteristiche geografiche del territorio e proprio nel punto più stretto della penisola creò la linea Gustav, una linea difensiva che si estendeva da Ortona, sul mar Adriatico, fino a sud di Gaeta, sul Tirreno. Il punto più consistente della difesa tedesca era rappresentato proprio dal territorio montano che si dipanava dalle montagne abruzzesi fino ai confini laziali dove sorgeva l’antica abbazia benedettina di Montecassino fondata da San Benedetto nel 529.
Proprio sulle alture circostanti l’abbazia di Montecassino, i tedeschi costruirono la poderosa linea difensiva, Gustav Line, che impediva agli alleati di muoversi in direzione di Roma. Per completare tale assetto difensivo, i tedeschi costruirono un’altra linea fortificata, la Linea Hitler, che dall’abitato di Piedimonte San Germano arrivava fino a Terracina, passando per l’antica cittadina di Aquino.
I tedeschi scavarono grotte lungo le colline, allagarono le fertili valli del Liri e del Rapido, costruirono casematte, utilizzarono filo spinato per sbarrare i passaggi.
Nel frattempo le truppe Alleate cercavano di raggiungere in breve tempo la capitale italiana.
Il primo vero ostacolo lo incontrarono dopo Napoli, sul Volturno dove tedeschi sfruttando la particolarità del territorio e le forti piogge riuscirono a rallentare per circa 20 giorni l’avanzata Alleata, tempo utile per completare le fortificazioni sula linea Gustav.
Dopo aver superato il fiume Volturno, gli Alleati si ritrovarono di fronte un vero e proprio sbarramento difensivo nei pressi del passo di Mignano di Monte Lungo che i tedeschi chiamarono Linea Reinhard e gli alleati, Linea d’Inverno.
La battaglia per la linea d’inverno fu dura, cruenta, migliaia i morti e i feriti. Nella memoria dei combattenti sono rimasti impressi le vette assassine che decimarono le formazioni militari che si fronteggiavano: Monte Camino, Monte la Defensa, Monte Lungo, Monte Rotondo, Monte Sambucaro.
Dopo la dura battaglia di San Pietro, documentata dal regista americano Jhon Huston, soltanto all’inizio di gennaio del 1944 gli Alleati si presentavano dinnanzi a Montecassino.
Da gennaio a maggio, il generale americano Mark Clark ed il generale inglese Wilson, progettarono diversi attacchi per scardinare la linea difensiva. Ma fallirono tutti.
Fallì clamorosamente l’attacco frontale sul fiume Gari, ( chiamato Rapido dagli americani) dove fu massacrata quasi l’intera 36a Divisione Texas. Fallì anche l’attacco aereo del 15 febbraio 1944 che rase al suolo l’antica abbazia benedettina. Fallì anche il poderoso attacco aereo del 15 marzo 1944 che rase al suolo la città di Cassino, con un impiego di circa 1000 tonnellate di bombe.
Americani, Inglesi, Neozelandesi , Indiani e altri eserciti avevano provato invano a forzare la mano superare il fronte di Cassino. Soltanto l’arrivo sul fronte dei soldati Polacchi del II Corpo, guidati dal Generale Anders riuscì a dare una svolta.
Dopo il fallimento del primo attacco, progettato agli inizi di maggio, Anders sferrò un poderoso attacco che culminò con una vittoria che consentì alle truppe polacche di issare la bandiera sulle macerie dell’Abbazia di Montecassino.
Ma la battaglia non era finita, poiché la porta per Roma era ancora sbarrata dall’altro sistema difensivo, Linea Hitler-Senger, questa volta era Piedimonte San Germano l’ultimo baluardo a difesa della statale numero 6, via Casilina. La linea Hitler, però, era stata superata al centro nei pressi dei Monti Ausoni dalle truppe francesi e quindi fu notevolmente indebolita, al punto che fu deciso di modificare il nome da Hitler a Senger. Rimaneva però da conquistare Piedimonte San Germano che fu conquistata, il 25 maggio 1944, quando i polacchi entravano nel paese completamente distrutto
Il 18 dicembre la piattaforma SIISL apre a cittadini e imprese. Il Ministro Calderone: “Utilizziamo…
Il Premio FiuggiStoria 2024, giunto alla sua XV edizione e dedicato a Giacomo Matteotti a…
Giovedì 12 dicembre, nella solenne cornice della Sala “Giacomo Matteotti” della Camera dei Deputati a…
La situazione in Siria ha subito un'improvvisa e drammatica evoluzione con l'ingresso di Abu Mohammad…
Il 26 novembre 2024, presso la Casa della Memoria e della Storia si sono rinnovate…
In mostra per la prima volta a Napoli al Museo Diocesano di Donnaregina temi e…