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Mattarella ai giovani, non rinunciate ai vostri ideali di umanità e di giustizia.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è rivolto ai giovani del Sermig riuniti nell’Arsenale della Pace di Torino.

La politica smarrisce il suo senso se non è orientata a grandi obiettivi per l’umanità, se non è orientata alla giustizia, alla pace, alla lotta contro le esclusioni e contro le diseguaglianze.

La politica diventa poca cosa se non è sospinta dalla speranza di un mondo sempre migliore. Anzi, dal desiderio di realizzarlo. E di consegnarlo a chi verrà dopo, a chi è giovane, a chi deve ancora nascere.

La corruzione, il potere fine a se stesso, sono conseguenza di una caduta della politica. Di un suo impoverimento. I giovani si allontanano e perdono fiducia perché la politica, spesso, si inaridisce. Perde il legame con i suoi fini. Oppure perde il coraggio di indicarli chiaramente.

La politica scompare se si chiude solo nel tempo presente. Se perde la capacità di guardare al futuro.Naturalmente, deve esser chiaro, la politica è anche concretezza. Senza la capacità di affrontare i problemi di oggi, senza il proposito di ridurre i danni, di sanare le ferite sociali, di andare incontro ai bisogni materiali, la politica non sarebbe capita e le istituzioni finirebbero nel discredito dei cittadini. Il presente è una prova di umiltà per la politica, perché la costringe a tradurre, faticosamente, i principi in scelte concrete.

Ma si deve fare ciò che è possibile oggi, tenendo, comunque, alta la testa sul domani e coltivando sin d’ora il progetto di un futuro migliore.

Per questo c’è bisogno di voi giovani. Non tiratevi indietro. E soprattutto non rinunciate ai vostri ideali di umanità e di giustizia.

Non ascoltate le sirene che cantano il denaro come misura unica del successo personale. Su quella strada vi è il rischio di essere disposti persino a tollerare i traffici illegali di rifiuti, di armi, persino di esseri umani. Il vero successo è costruire un mondo di pace e di giustizia.

La vostra prova di concretezza, mentre discutete e lottate per un mondo più giusto, sta nel partire da voi stessi. Ciò che chiediamo agli altri, ciò che pretendiamo dalla comunità, dobbiamo essere capaci di realizzarlo nella nostra vita, a partire dalle persone che ci sono vicine.

Il perdono è una chiave di umanità. Non è un sentimento da uomini deboli. Al contrario, è una prova di grande forza interiore. Perdonare vuol dire donare totalmente.

E’ il dono, la gratuità che genera società, che contrasta la violenza, che consente all’umanità di progredire. L’odio moltiplica l’odio.

Redazione

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