“L’odio del giornalismo minaccia le democrazie”: questo il messaggio lanciato da Reporters sans frontières, nel giorno della pubblicazione del rapporto 2018 sulla libertà di stampa nel mondo.
“Una decina di giornalisti italiani sono ancora sotto una protezione permanente e rafforzata della polizia dopo le minacce di morte proferite, in particolare, dalla mafia, da gruppi anarchici o fondamentalisti”: è quanto si legge nell’ultimo rapporto 2018 di Reporters sans frontières.
In Italia “Il livello delle violenze perpetrate contro i reporter (intimidazioni verbali o fisiche, provocazioni e minacce…) – prosegue nel rapporto l’Ong – è molto inquietante e non cessa di aumentare, in particolare, in Calabria, Sicilia e Campania. Numerosi giornalisti, soprattutto nella capitale e nel sud del Paese si dicono continuamente sotto pressione di gruppi mafiosi che non esitano a penetrare nei loro appartamenti per rubare computer e documenti di lavoro confidenziali quando non vengono attaccati fisicamente”.
“Dimostrando coraggio e resilienza, questi giornalisti, continuano, nonostante tutto a pubblicare le loro inchieste”, conclude Rsf.
In particolare, secondo l’organismo, “la rivendicata ostilità nei confronti dei media, incoraggiata da alcuni responsabili politici e la volontà dei regimi autoritari di esportare la loro visione del giornalismo minacciano le democrazie”.
In linea generale migliora la situazione della libertà di stampa in Italia: nella classifica realizzata annualmente dalla celebre Ong francese, il nostro Paese è piazzato in 46/a posizione contro la 52/a dello scorso anno, un progresso di 6 punti.
Sui 180 Paesi studiati nell’annuale classifica di Rsf al primo posto c’è la Norvegia mentre all’ultimo c’è la Corea del Nord. L’Italia è in 46/a posizione.
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