Le Guardie delle strutture petrolifere libiche (Pfg), alleate del governo di
riconciliazione nazionale di Tripoli, hanno annunciato la scoperta di una fossa comune nel villaggio di al Nawafiliya, nei dintorni di Sirte, zona controllata fino a poche settimane fa dallo Stato islamico (Is). All’interno della fossa sono state rinvenute le salme di otto persone uccise
dagli estremisti dopo la conquista del villaggio lo scorso anno.
Si ritiene che almeno sette vittime fossero lavoratori delle aziende petrolifere della zona arrestati e giustiziati dall’Is.
Secondo il sito web informativo locale “al Wasat”, l’ottavo corpo, che e’ stato decapitato, apparterrebbe invece ad un cittadino egiziano lavorava per una compagnia la cui sede e’ stata occupata dagli jihadisti.
Il 16 febbraio del 2015 lo Stato islamico ha diffuso in rete un video che mostrava la decapitazione di 21 lavoratori egiziani copti rapiti il mese precedente nell’area di Sirte.
Nel video della durata di 5 minuti, diffuso anche su Youtube, dal titolo “Un messaggio firmato col sangue per i crociati”, i lavoratori copti vengono messi in fila sulle coste di una spiaggia libica, e decapitati sulla battigia.
Nel filmato appare un uomo a volto coperto che parla in inglese, con sottotitoli in arabo, e annuncia di trovarsi “a sud di Roma, in Libia, per lanciare un messaggio ai crociati”, aggiungendo che “questo mare dove e’ stato sepolto lo sceicco Osama Bin Laden diventera’ rosso di sangue”. Solo a questo punto inizia la decapitazione degli ostaggi le cui teste vengono poste sui loro corpi con indosso le tute arancioni dei prigionieri.
Il filmato si conclude con il leader dei terroristi che puntando il coltello verso il mare afferma: “Conquisteremo Roma come promesso dal profeta Mohame