La Casa Bianca ha reso noto che la Turchia invederà la Siria settentrionale lanciando un’operazione militare programmata da tempo.
“Le forze armate degli Stati Uniti non sosteranno questa operazione e, avendo sconfitto il califfato territoriale dello Stato Islamico, non saranno più nell’area circostante”, afferma Stephanie Grisham, responsabile della comunicazione della Casa Bianca, in una dichiarazione diffusa dopo un colloquio telefonico tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e quello americano Donald Trump.
Preoccupazione dall’Unione Europea per lo scenario che si sta delineando nelle ultime ore:
“Alla luce dell’annuncio della Turchia e degli Usa sulla situazione in Siria, l’Ue ribadisce la sua preoccupazione” e ricorda di avere sempre detto che “ogni soluzione a questo conflitto non può essere militare bensì deve passare attraverso una transizione politica, in conformità alla risoluzione Onu ed il comunicato di Ginevra nel 2014”. Così una portavoce della Commissione europea.
“Abbiamo catturato migliaia di combattenti dell’Isis, di cui la maggior parte proveniente dall’Europa. Ma l’Europa non li rivoleva, ci hanno detto di tenerli negli Stati Uniti! Ho detto ‘no’, vi abbiamo fatto un grosso favore e ora volete che li teniamo nelle prigioni statunitensi con enormi costi. Lo ha scritto su il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in una serie di tweet per spiegare la decisione di lasciare il Nord della Siria, dove la Turchia ha intenzione di attaccare i curdi.
. “Combatteremo dove sarà a nostro beneficio e solo per vincere. Turchia, Europa, Siria, Iran, Iraq, Russia e i curdi dovranno ora risolvere la situazione e pensare a cosa vogliono fare con i combattenti dell’Isis catturati dalle loro parti”
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