L’attacco aereo in Siria di ieri che ha provocato decine di morti e tanti bambini per l’utilizzo di gas, ha provocato sconcerto in tutto il mondo. Tutti i media nazionali ed internazionali scrivono, trasmettono filmati, testimonianze. I comunicati delle ong vengono riproposti, insieme a tante interviste.
Abbiamo deciso, oggi di riproporre, dopo una giornata il comunicato stampa di Save The Children che racconta l’orrore in Siria, i bambini martoriati dai Gas. Lo riproponiamo interamente.
Una clinica di Save the Children nei dintorni di Maret al Numaan ha ricevuto tre casi e li ha trasportati in ambulanza in ospedale, ma le strutture sanitarie sono sopraffate dai bombardamenti e il trasferimento lungo le strade è particolarmente pericoloso. “I medici di una delle cliniche gestite dal nostro partner Syrian Relief ci hanno raccontato di aver ricevuto tre bambini sotto i sei anni, appena coscienti, che faticavano a respirare, con il naso che colava e le pupille contratte. I medici dicono che questi sintomi sono coerenti con l’uso di agenti nervini, come il sarin. Se fosse confermato l’utilizzo di questa sostanza vietata, saremmo di fronte ad un palese violazione del diritto internazionale e ad una preoccupante indicazione che ci dice che non tutte le armi chimiche sono state distrutte, come chiesto dalla risoluzione 2118 del Consiglio delle Nazioni Unite del settembre 2013”, afferma Sonia Khush, Direttore di Save the Children in Siria.
I medici a Khan Sheikhoun ci hanno riportato che quasi un terzo dei feriti che hanno visto erano bambini, arrivati negli ospedali in stato di incoscienza, pallidi, con gravi difficoltà respiratorie, dopo la caduta dei razzi dal cielo. Un ulteriore razzo che avrebbe rilasciato una sostanza chimica ancora non definita sarebbe stato lasciato cadere nella stessa area oggi all’ora di pranzo e molte famiglie sarebbero fuggite verso nord nel disperato tentativo di sfuggire ad un ulteriore attacco.
Save the Children chiede immediatamente un’indagine imparziale sull’attacco e una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per concordare i passi successivi. Deve esserci giustizia per le vittime.
“Idlib è la patria di circa due milioni di civili, tra cui molte persone sfollate a causa del conflitto nella vicina Aleppo e in altre aree. L’incontro di domani dei ministri degli esteri e del Segretario Generale delle Nazionli Unite a Bruxelles deve affrontare la minaccia dei continui assalti e la brutalità che hanno vissuto a Idlib. Non possiamo permettere che la situazione degeneri come abbiamo visto ad Aleppo Est”, conclude Sonia Khush.
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