Il Touring Club Italiano richiama l’attenzione delle istituzioni e dei cittadini sulla situazione della Basilica benedettina di Sant’Angelo in Formis a Capua, in Campania, abbandonata in condizioni di dissesto ambientale e inaccessibile ai fedeli e alle famiglie che risiedono nella zona.
La basilica, iniziata in epoca longobarda e ricostruita nel XII secolo, è un’opera mirabile voluta dall’abate Desiderio, l’unica ancora presente dopo la distruzione della contemporanea Basilica di Montecassino costruita dallo stesso abate. Di gusto orientale nella sua architettura, ospita una serie unica di affreschi, realizzati da maestri locali, che descrivevano anche a chi non sapeva leggere i momenti fondamentali dell’Antico e del Nuovo Testamento. Bellissimi anche colonne e capitelli, tutti diversi e frutto di reimpiego dei materiali del tempio romano che sorgeva nella zona.
Dopo un lungo periodo di chiusura per i lavori di restauro delle strutture portanti della chiesa e dei preziosi affreschi, il monumento è stato riaperto, ma poco dopo si sono verificati crolli rovinosi di alcuni tratti delle mura che circondano tutta l’area archeologica, comprendente l’antico tempio di Diana Tifatina.
Per molto tempo a ridosso delle antiche mura sono infatti stati costruiti case e caseggiati di fortuna e abusivi, poi abbandonati. A causa dell’abbandono, della crescita di vegetazione spontanea e della penetrazione delle acque piovane si sono verificati cedimenti e crolli. E’ stato chiuso al pubblico anche il prezioso Arco di Diana e vietato il semplice passaggio pedonale nella zona.
Inoltre, è stato riscontrato un largo foro nella parte bassa del muro antico dove questo circonda la zona absidale della Basilica, per cui l’acqua penetra agevolmente nelle fondamenta, che sono poi le stesse del tempio di Diana. I fatti si sommano alla pericolosità determinata dalle costruzioni sulla parte collinare retrostante la Basilica, occupata da fabbricati abusivi e in forte rovina.
Per tutte queste ragioni il Touring Club Italiano lancia un appello affinché tutte le autorità preposte, nazionali e locali, e soprattutto il Ministero dei Beni Culturali, intervengano sollecitamente ed efficacemente per ripristinare un luogo che è un bene di valore storico, artistico, monumentale e religioso immenso.
L’obiettivo è non solo quello di riaprire l’area al pubblico, ma anche di mettere in sicurezza i resti archeologici e riportare il complesso all’antico splendore con un rifacimento completo di tutta la zona collinare.