Italia

Università, l’Italia perde una generazione di ricercatori

 L’Italia sta perdendo in modo massiccio una generazione di ricercatori. E’ uno degli allarmi lanciati dal Rapporto Anvur sullo stato dell’Universita’ e della Ricerca presentato oggi a Roma.

Se fra i punti di forza del sistema universitario e della ricerca va menzionato il buon posizionamento internazionale dei risultati complessivi della ricerca dei nostri docenti e ricercatori (nonostante la progressiva diminuzione dei fondi) e la capacita’ di erogare una didattica di qualita’, fra le maggiori
difficolta’ emerge la significativa riduzione del corpo docente in seguito ai pensionamenti, che e’ stata solo parzialmente compensata con l’ingresso di ricercatori a tempo determinato, una figura con poche prospettive di carriera che spinge i migliori a fuggire all’estero.

Dalla fine degli anni Novanta a oggi la dinamica temporale del personale docente di ruolo ha seguito un andamento a campana: e’ aumentato senza soluzione di continuita’ raggiungendo un livello massimo nel 2008 e successivamente, dal 2009 al 2015, a seguito dei provvedimenti di blocco del turnover, che
hanno accompagnato il taglio dei finanziamenti pubblici al sistema universitario, ha subito una contrazione sensibile, passando da 62.538 nel 2008 a 54.977 nel 2015.


Il rallentamento delle carriere universitarie e’ evidente osservando la distribuzione per eta’ dei docenti:
negli ultimi ventisette anni, il processo di innalzamento dell’eta’ media e’ stato continuo; dal 1988 al 2015 l’eta’ media e’ aumentata di quasi 7 anni, giungendo a sfiorare i 53 anni.

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