Pronta reazione diplomatica di Israele dopo il voto di venerdi’ del Consiglio di sicurezza dell’Onu, con la storica astensione Usa, per lo stop degli insediamenti in Cisgiordania e a Gerusalemme est.
Il governo israeliano ha richiamato gli ambasciatori in Nuova Zelanda e Senegal, i paesi che assieme a Venezuela e Malesia, hanno riproposto la risoluzione, dopo che il primo presentatore, l’Egitto, aveva rinunciato al voto nella giornata di giovedi’, anche in seguito alle pressioni del presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump.
Gerusalemme ha deciso anche di sospendere la visita del ministro degli Esteri del Senegal, Mankeur Ndiaye, prevista per gennaio. Israele non ha rapporti diplomatici con Caracas e
Kuala Lumpur.
La risoluzione approvata con 14 voti a favore su 15 e l’astensione di Washington, chiede l’alt “immediato e
totale” agli insediamenti, anche per favorire la creazione di uno Stato palestinese che viva accanto ad Israele e, quindi, il completamento del processo di pace in Medio Oriente. Per il ministro degli Esteri neozelandese, Murray McCully, Israele era da tempo a conoscenza della posizione di Wellington: “Siamo sempre stati convinti della necessita’ che il Consiglio di sicurezza facesse di piu’ per sostenere il processo di pace e la risoluzione adottata e’ in linea con la nostra politica sulla questione palestinese”.
Entusiasmo da parte palestinese viene espresso da Hamas, la formazione che controlla la Striscia di Gaza, e dal gruppo militante Jihad islamica in Palestina. “Hamas – afferma il portavoce, Fawzi Barhoum – accoglie con favore i cambiamenti positivi nella posizione della comunita’ internazionale a sostegno dei diritti dei palestinesi”; mentre per Daud Shihab, portavoce della Jihad islamica, la risoluzione “condanna la politica di occupazione israeliana e l’aggressione contro il popolo palestinese”.
Positivo anche il parere della Giordania, dove il ministro dell’Informazione, Mohamed Momani, parla di decisione
“storica”, che vede la comunita’ internazionale considerare come “illegali le iniziative di colonizzazione israeliana” e riaffermare “lo storico diritto del popolo palestinese”. La Giordania ritiene gli insediamenti israeliani “un ostacolo
strategico rispetto alla scelta di una pace stabile nell’area fondata sulla soluzione dei due Stati”.