Lo Stato del Sinai (Wilay Sinai), la filiale egiziana dello Stato islamico, ha “giustiziato” 16 civili accusati di collaborare con le forze di sicurezza del Cairo.
Attraverso un nuovo video, ripreso oggi dal sito web informativo “Arabi21”, il gruppo terroristico mostra l’esecuzione di 16 giovani, 14 tramite decapitazione e due con colpi di kalashnikov alla testa.
Alcune delle vittime, si legge sul sito, “hanno ammesso di aver aiutato l’esercito e di possedere eroina”. Uno di loro “aveva rapporti con gli ebrei” per “corrompere i giovani musulmani”, si legge ancora sul sito web. Nel video il gruppo terroristico invita la popolazione locale a non collaborare in alcun modo con l’esercito egiziano.
Nel frattempo quattro militari sono stati uccisi ieri nell’ennesimo attentato nel Sinai
settentrionale. Fonti locali riferiscono all’agenzia d’informazione turca “Anadolu” che una bomba e’ esplosa al passaggio di un veicolo militare. Al momento l’attacco non e’ stato ancora rivendicato.
Dalla deposizione nel 2013 di Mohamed Morsi, leader dei Fratelli musulmani e primo presidente liberamente eletto in Egitto, la penisola del Sinai ha visto centinaia di attacchi contro le forze disicurezza egiziana. Nell’area e’ particolarmente attivo il gruppo terroristico Stato del Sinai, noto come Ansar Beit al Maqdis prima dell’affiliazione allo Stato islamico.
Per fronteggiare la minaccia terroristica, il presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi ha approvato lo scorso 19 ottobre l’estensione dello stato di emergenza nel nord del Sinai. Lo stato di emergenza e’ stato imposto per la prima volta dopo gli attacchi al posto di blocco di Karm al Qwadis, costato la vita a 33 esponenti delle forze di sicurezza, nell’ottobre del 2014. Da allora e’ stato esteso ininterrottamente di tre mesi in tre mesi fino ad oggi. Lo stato di emergenza copre le municipalita’ di el Arish, Rafah e le aree circostanti.
Dalle 19 alle 6 ora locale e’ previsto il coprifuoco, che ad al Arish inizia pero’ all’una di notte e finisce sempre alle 6. Chiunque viola il coprifuoco puo’ finire in carcere in base alle disposizioni di una legge del 1958.
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