L’ultimo dei cinque ponti sul fiume Tigri che ancora collegava la parte orientale a quella occidentale di Mosul è stato parzialmente distrutto e messo fuori uso a quasi quattro mesi dall’avvio della battaglia contro i jihadisti dell’Is in questa città del nord dell’Iraq.
Un video diffuso nelle ultime ore dall’organo di propaganda del gruppo, Amaq, mostra una sezione del ‘Ponte Vecchio‘ – uno dei simboli della città – crollata nelle acque del Tigri e afferma che i danni sono stati causati da un raid aereo.
Il colonnello John Dorrian, portavoce della coalizione internazionale,
ha confermato – come riporta oggi il Washington Post – che “l’ultimo ponte” che collegava i due lati di Mosul è stato colpito nella notte di lunedì. “Il governo iracheno provvederà alla ricostruzione del ponte una volta che l’Isis sarà stato sconfitto”, ha affermato il
colonnello.
Secondo il generale Haidar al-Obaidi delle unità antiterrorismo irachene, citato dallo stesso giornale Usa, sarà ora “impossibile” per l’Isis far arrivare rinforzi da una parte all’altra del fiume.
Dall’avvio dell’offensiva contro l’Isis, il 17 ottobre scorso, i combattimenti si sono concentrati nella parte centrale della città, finita nel giugno 2014 in mano all’Isis. Due degli altri ponti di Mosul erano stati danneggiati in raid aerei a ottobre e altri due a novembre, come ricorda la Bbc.
A novembre l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha espresso preoccupazione perché la distruzione dei ponti di Mosul potrebbe ostacolare anche la fuga dei civili dalla città. In un video di propaganda diffuso a inizio dicembre da Amaq il giornalista
britannico ostaggio dell’Isis dal 2012, John Cantlie, parlava dei danni ai ponti di Mosul e ad altre infrastrutture e delle ripercussioni sulla vita quotidiani dei civili rimasti nell’area.
Ieri il premier iracheno Haider al-Abadi ha affermato che servono
ancora “tre mesi per eliminare l’Isis” dall’Iraq.
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