Combattenti della milizia sciita irachena Kataib al-Risali, che fa capo alle Unita’ di mobilitazione popolare (Pmu sciite) alleate dell’esercito iracheno nella lotta allo Stato islamico, sono accusati di aver ucciso 17 civili sunniti nel villaggio di al Karma, vicino Falluja. Secondo quanto denunciano fonti tribali sunnite locali all’emittente televisiva “al Jazeera”, la loro uccisione e’ avvenuta subito dopo la conquista del villaggio nell’ambito dell’offensiva contro lo Stato islamico per la riconquista di Falluja. I 17 civili uccisi, accusati dalle milizie sciite di far parte del gruppo jihadista, erano stati sequestrati insieme ad altre 56 persone e portati ad al Rashar, a nord-est di al Karma. Le tribu’ sunnite temono che le milizie sciite possano compiere ad al Anbar le stesse violenze compiute nella regione di Diyala. Le milizie al Risali fanno capo al deputato sciita Adnan al Shahmani, vicino all’ex premier Nouri al Maliki.
La citta’ di Al Karma era stata liberata la scorsa settimana nell’ambito dell’offensiva lanciata dall’esercito iracheno per riprendere il controllo di Falluja, in mano allo Stato islamico dal 2014. Pochi giorni
dopo l’inizio dell’operazione, le milizie sciite Hashd al Shaabi (Pmu) avevano emesso un regolamento per la protezione dei prigionieri, dei civili e delle proprieta’ private nella citta’ a maggioranza sunnita.
“Qualsiasi miliziano iracheno o straniero (dello Stato islamico) fatto prigioniero deve essere consegnato al dipartimento di sicurezza delle Hashd al Shaabi oppure, se ferito, deve essere trasferito d’urgenza nel centro medico piu’ vicino”, affermava un comunicato del comando delle milizie sciite. “Nessun ostaggio deve essere torturato e tutti devono essere interrogati e indagati dalle corti irachene”, aggiungeva la nota.
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