Lo sciopero di 48 ore degli infermieri iniziato a mezzanotte di ieri e che proseguirà fino a tutta la giornata di oggi ha visto un’adesione a macchia di leopardo in tutta Italia con punte del 100% a Milano, dove sono chiuse le sale operatorie al Policlinico e sono saltati tutti gli interventi programmati, mentre al Niguarda risultano in funzione solo la metà dei blocchi operatori e al Fatebenefratelli ci sono reparti interi chiusi, come quello di Endoscopia.
Lo ha reso noto il sindacato Nursing Up che ha proclamato la due giorni di protesta mobilitando gli iscritti in numerose assemblee e presidi. Secondo i dati raccolti durante questa prima mattinata di sciopero, ha incrociato le braccia circa il 40% degli infermieri della provincia di Avellino, dove le attività delle sale operatorie, degli ambulatori e delle Asl sono rallentate, mentre un sit-in ha bloccato pacificamente l’ospedale Moscati dalle 11 alle 13.
Di segno opposto la partecipazione dei professionisti sanitari in altre regioni, ad esempio in Veneto, dove il reparto di quarta chirurgia del Ca’ Foncello, la più grande di Treviso, ha sospeso tutte le attività non urgenti, o in Liguria, dove al San Martino di Genova sono previsti solo interventi di emergenza e le liste operatorie in elezione risultano sospese.
Qui si è svolta una manifestazione dalle 7.30 alle 10 che si è poi spostata di fronte alla Prefettura, dove gli infermieri sono stati ricevuti per consegnare alle autorità il documento con le ragioni dello sciopero.
In Piemonte si prevede il blocco della maggior parte delle attività per oggi, secondo giorno di protesta, quando gli infermieri Nursing Up si daranno appuntamento dalle 7.30 alle 10 per un corteo che cingerà d’assedio idealmente l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, dove interverrà il presidente del sindacato Antonio De Palma.
Ma intanto già ieri alle Molinette il reparto di Reumatologia ha aderito al 100% allo sciopero mandando in tilt le attività. Nella provincia autonoma di Bolzano funzionavano solo tre sale operatorie sul totale di tredici e a Merano sono sospesi tutti gli interventi programmati, mentre a Bressanone sono tre le sale operatorie attive su un totale di cinque.