Il Venezuela sprofonda nel caos e il presidente, Nicolas Maduro, ha rinviato di due settimane l’eliminazione della banconota da 100 bolivar, la cui uscita di circolazione senza le nuove banconote aveva creato malcontento e proteste crescenti in tutto il Paese.
Maduto ha deciso di prorogare fino al 2 gennaio la vigenza dei 100 bolivar e anche la chiusura delle frontiere con Colombia e Brasile. Il dietrofront arriva dopo le proteste e i saccheggi in varie citta’ del Paese, innescate dalla rabbia popolare per la mancanza di denaro: i biglietti piu’ usati sono
stati infatti dichiarati privi di validita’ prima che fossero sostituiti con le nuove banconote; e la rabbia popolare per non
poter fare acquisti neppure di beni di prima necessita’ e’ sfociata in varie citta’ in proteste e saccheggi nei negozi.
Maduro ha tolto dalla circolazione la settimana scorsa il biglietto da 100 bolivar, quello di taglio piu’ grande in
circolazione, equivalente a 0,15 dollari al tasso ufficiale piu’ alto e lo ha fatto per colpire -ha detto- le “mafie” che si sono accaparrate nelle zone di frontiera la banconota; poi ha dato 72 ore di tempo per cambiarlo nelle banche pubbliche e
private. Trascorso il tempo concesso giovedi’, ha dato 10 giorni -che successivamente ha ridotto a cinque- a partire da venerdi’ perche’ la gente depositasse i biglietti nel Banco Central de Venezuela. Ma il ritiro non e’ stato accompagnato dall’arrivo dei sei nuovi biglietti di maggiore taglio la cui introduzione era stata promessa. Il presidente Maduro sabato ha denunciato il ritardo e ha attribuito a un “sabotaggio
internazionale” il fatto che i quattro aerei con i nuovi biglietti – il maggiore di 20mila bolivar- non siano arrivati in tempo, come aveva promesso (devono arrivare da un Paese che
non ha specificato).
“Devo denunciare che siamo vittime di un sabotaggio internazionale per cui i nuovi biglietti, che erano.pronti, non possono essere trasferiti in Venezuela”. Ma la mancanza di moneta alla vigilia di Natale ha aumentato la disperazione della gente, gia’ in grave difficolta’ per la scarsita’ di cibo e medicine e una inflazione a tre cifre.
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