Tra le 8.30 e le ore 12.00 del 15 Marzo 1944, 76 anni fa, 435 aerei sganciarono 2214 bombe da 1000 libbre per un totale di 988 tonnellate di bombe.
Alle 8.30 la prima formazione delle Fortezze Volanti sganciò il carico di bombe per cancellare dalla mappa la città di Cassino.
A questo si aggiunse il fuoco di artiglieria: oltre 700 carri aprirono il fuoco, furono sparate oltre 2000 granate. Ogni 6 secondi veniva sparata una granata.
Dopo il fallimento del bombardamento di Montecassino del 15 febbraio 1944, dove gli alleati avevano distrutto l’antica Abbazia benedettina senza però riuscire ad occupare la collina del monastero, il generale Alexander aveva già predisposto un piano per attaccare nuovamente la linea Gustav
I corrispondenti di guerra e i comandanti alleati erano fuori la città a sud sul colle di Cervaro ed assistevano ai bombardamenti.
Il britannico Christopher Buckley vide che “dalla terra sprizzavano uno dopo l’altra getti di fumo nero che si avvitarono nell’aria come una fitta foresta”.
La città si stava sgretolando ed in silenzio subiva il terribile bombardamento in passività. A mezzogiorno le bombe caddero e dell’antica San Germano rimase solo la polvere. Cassino era stata cancellata dalla mappa.
I tedeschi organizzarono la resistenza in un perimetro di due km2 dalla base della collina del monastero intorno alle macerie dell’Hotel Continental.
Alle 12,12, quando l’ultimo B26 scomparve, Cassino era piatta “come lo può essere una città di pietra” scrive Rick Atkinson.
La città di Cassino fu polverizzata e annientata. Ma l’obiettivo posto non fu raggiunto, poiché i tedeschi riuscirono a difendersi e perché i carri armati non riuscirono ad avanzare.
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