Dopo l’ elezionie dei presidenti dei due rami del Parlamento, si procederà al tentativo di formare il nuovo governo, secondo la procedura indicata dalla Costituzione. Occorre però tener conto delle indicazioni del voto del 4 marzo ed in che modo sarà possibile formare un esecutivo in un momento in cui una vera maggioranza non esiste in Parlamento
Dovrebbero partire subito dopo Pasqua le consultazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per capire come dar vita a una maggioranza in grado di esprimere e sostenere un governo.
Al Quirinale saliranno i presidenti delle Camere, l’ex capo dello Stato, Giorgio Napolitano e i rappresentati dei gruppi parlamentari. Al termine delle consultazioni Mattarella deciderà il da farsi: se conferire l’incarico esplorativo o l’incarico pieno per formare il nuovo governo. Nel frattempo, l’attuale presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, resterà in carica per gli affari correnti.
Il Presidente conferisce l’incarico direttamente alla personalità che, per indicazione dei gruppi di maggioranza, può costituire un governo ed ottenere la fiducia dal Parlamento. Una volta conferito l’incarico, il Presidente della Repubblica non può interferire nelle decisioni dell’incaricato, né può revocargli il mandato per motivi squisitamente politici. L’incaricato, che di norma accetta con riserva, dopo un breve giro di consultazioni, si reca nuovamente dal capo dello Stato per sciogliere, positivamente o negativamente, la riserva.
Subito dopo lo scioglimento della riserva si perviene alla firma e alla controfirma dei decreti di nomina del Capo dell’Esecutivo e dei Ministri. Il procedimento, in sintesi, si conclude con l’emanazione di tre tipi di decreti del Presidente della Repubblica: quello di nomina del Presidente del Consiglio; quello di nomina dei singoli ministri; quello di accettazione delle dimissioni del Governo uscente.