Giappone e Corea del Sud hanno firmato oggi un accordo sullo scambio d’intelligence sulla Corea del
Nord, nonostante l’opposizione di settori della politica e della società civile a Seoul.
Il ministero della Difesa ha spiegato che l’accordo è “necessario” rispetto alla crescente minaccia militare di Pyongyang, che ha condotto due test nucleari e più di 20 lanci missilistici di prova quest’anno.
La Corea del Nord “è pronta a condurre ulteriori test nucleari e lanci di missili in ogni momento”, ha riferito in un comunicato il ministro. “Dal momento che ora possiamo utilizzare la capacità d’intelligence del Giappone – ha continuato – per affrontare efficacemente la Corea del Nord, questo consoliderà i nostri
interessi di sicurezza”.
Il ministero degli Esteri nipponico ha sottolineato come l’accordo permetterà ai due governi di “condividere informazioni in maniera più efficace e rapida”.
Finora Tokyo e Seoul hanno utilizzato gli Stati uniti come intermediario per condividere intelligence su Pyongyang, in base a un’intesa firmata nel 2014.
L’accordo di sicurezza è materia sensibile, visto che la Corea ha subito una dura dominazione coloniale da parte del Giappone tra il 1910 e il 1945. E’ da anni che i due paesi cercavano di firmare l’accordo. Nel 2012 erano arrivati a un passo, ma Seoul si era ritirata all’ultimo momento.
La Corea del Nord ha condannato l’accordo definendolo “un atto pericoloso” che apre le porte a una “re-invasione della Corea” da parte del Giappone.
Il principale partito d’opposizione sudcoreano ha definito l’accordo “non patriottico e umiliante”. La firma viene in un momento di crisi e di forti pressioni che hanno come obiettivo la destituzione della presidente sudcoreana Park Geun-hye. In Giappone, invece, il governo di Shinzo Abe sta perseguendo una politica di “pacifismo pro-attivo” che punta a un uso più ampio dello strumento militare.
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