Nel 2015 l’export del Nord Est e’ cresciuto ad un tasso del 5%, mettendo a segno un risultato
migliore della media nazionale – e positivo sia in Friuli (+1,3%) e Veneto (+5,3%), sia in Trentino (+7,3%) – confermando la vocazione internazionale delle imprese del territorio. La crescita dell’export, spinta dai tassi oltre il 10% dei prodotti agricoli, degli apparecchi elettronici e degli alimentari & bevande, poggia soprattutto sul contributo di 5 settori chiave dell’economia regionale che da soli valgono per circa il 70% delle vendite estere dall’area: meccanica strumentale (che cresce al 4% e pesa per oltre il 20% sull’export del Nord Est), tessile & abbigliamento (pari al 14% delle vendite estere totali), gioielli (13%), prodotti in metallo (12%) e alimentari & bevande (9%).
A evidenziarlo e’ Sace, che ha incontrato gli imprenditori friulani a Udine presentando la propria ‘Mappa dei Rischi 2016′. Sebbene i mercati dell’Unione Europea rimangano le destinazioni privilegiate dell’export del Nord Est, nell’ultimo anno le vendite verso i Paesi extra Ue sono cresciute del 5,3%: non a caso, la presentazione di Sace segnala importanti margini di crescita verso un paniere diversificato di mercati emergenti, con profili di rischio certamente non trascurabili, che possono tuttavia essere affrontati con successo e profitto, puntando su coperture specifiche e un approccio strategico: Algeria, Tunisia, Turchia e in prospettiva Iran per il Nord Africa e Medio Oriente, Corea del Sud in Asia, ma anche Repubblica Ceca e Polonia in Europa.
Tra le geografie piu’ rischiose per l’export della regione nel 2016, segnala invece Grecia e Russia.
“Esportare e crescere in mercati nuovi, in u mondo ad alto rischio, e’ una sfida complessa che le imprese del Nord Est da tempo stanno affrontando con successo, puntando sempre piu’ su innovazione e high tech – ha dichiarato Simonetta Acri, Direttore Rete Domestica di Sace -.Conosciamo bene il potenziale delle realta’ presenti in questa regione e le supportiamo attraverso la nostra sede di Venezia, l’ufficio di Verona e i presidi di Padova e Pordenone attraverso i quali, solo nell’ultimo anno, abbiamo seguito quasi 5 mila aziende, in prevalenza Pmi, nei loro piani di crescita internazionale, con ? 4,7 miliardi di operazioni di export assicurate e investimenti garantiti”.
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