I libri scolastici giapponesi tornano a scatenare polemiche. Nella nuova edizione di alcuni manuali di storia le isole Dokdo (o Takeshima come le chiamano i giapponesi) per quanto sotto il controllo sudcoreano vengono definite come parte del territorio nipponico, cosa che ha suscitato la furia di Seul.
Un comunicato del ministero degli esteri della Corea del Sud “lamenta” che il governo di Tokyo abbia approvato dei manuali che “presentano vsioni distorte sulla storia”. “Il governo giapponese – insiste il comunicato – deve capire che insegnare la storia in modo corretto è un dovere, non solo per le future generazioni ma anche per i pasi vicini che nel passato hanno sofferto per le aggressioni del Giappone”.
Situate a circa 200 chilometri sia dalle coste giapponesi sia da quelle coreane, le isole Dokdo ammontano a quasi una novantina di isole, ma solo due fra queste hanno una dimensione degna di nota: il resto sono piccoli scogli. I due affioramenti principali, Dongdo e Seodo, sono due colline che emergono dal mare e che, data la loro conformazione geologica, sono praticamente disabitate.
La Corea del Sud fa risalire la propria sovranità al 512 d.C., quando le isole vennero incorporate all’allora regno di Silla e rimaste sempre rimaste sotto il controllo dei vari regni succedutisi nella penisola, fino all’invasione giapponese del 1910. Con la sconfitta dei giapponesi il territorio fu restituito alla Corea del Sud nel dopoguerra ma il Giappone continua a sostenere di essere parte del propio territorio. Secondo esperti, dietro la contesa, ci sarebbero interessi legati allo sfruttamento delle risorse idriche ed idrocrburi. Per approfondire l’argomento consigliamo l’articolo di Limes Gli scogli delle Dokdo fra Corea del Sud e Giappone