I membri fondatori dell’Unione Europea hanno in agenda oggi una prima riunione d’emergenza sul futuro del blocco, dopo l’esito-shock del referendum in Gran Bretagna sulla Brexit, che ha sancito l’uscita del Paese dall’Ue.
E dopo l’annuncio di dimissioni del primo ministro di Londra, David Cameron.
La vittoria del Leave ha fatto piombare in rosso i mercati finanziari, mentre Moody’s ha tagliato l’outlook del debito del Regno Unito da stabile a negativo, sottolineando che il voto per l’uscita dall’Ue potrebbe nuocere alle sue prospettive economiche.
Dopo il risultato shock, il cancelliere Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande sono scesi in prima linea per invocare una riforma dell’Ue, per studiare valide contromisure per una sopravvivenza da un divorzio traumatico con la Gran Bretagna.
I leader del Vecchio Continente puntano a garantire una transizione più indolore possibile, con i ministri degli Esteri dei sei Paesi fondatori dell’Ue – tra i quali l’italiano Paolo Gentiloni – che si ritroveranno oggi a Berlino nel primo di una serie di vertici di crisi in programma.
Oltre a Gentiloni, ci saranno il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier, il francese Jean-Marc Ayrault, l’olandese Bert Koenders, il belga Didier Reynders e il lussemburghese Jean Asselborn per i negoziati a sei sulle “attuali questioni politiche europee”, ha spiegato il ministero degli Esteri di Berlino in una nota.
Steinmeier si è rammaricato della decisione della Gran Bretagna, parlando di un “giorno triste per l’Europa e per il Regno Unito”.
Parigi e Berlino sottoporranno agli alleati “soluzioni concrete” per avere un’Ue “più efficace”, ha detto Ayrault.